Romea Nonantolana, Modena dice sì alla nuova convenzione

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Approvata all’unanimità la delibera presentata dall’assessora Ludovica Carla Ferrari che proroga l’adesione al 2025 per dare più respiro ai progetti per il Cammino dei pellegrini

MODENA – Il Comune ha confermato l’adesione al progetto di manutenzione e promozione coordinata della “Via Romea Nonantolana”, compresa nel progetto “Cammini d’Europa”, rete europea di storia, cultura e turismo sui passi degli antichi pellegrini. Il Consiglio comunale infatti ha approvato all’unanimità, giovedì 19 novembre, la delibera presentata da Ludovica Carla Ferrari, assessora a Promozione città e Turismo, per l’adesione alla nuova convenzione promossa dal Comune di Nonantola capofila del progetto, valida fino al 31 dicembre 2025.

“Un passaggio importante – ha detto Ferrari – che, rispetto alla convenzione precedente, si struttura tra aperture a nuovi soggetti e orizzonte temporale più lungo, consentendo ai Comuni e agli Enti sottoscrittori di lavorare meglio alla valorizzazione congiunta del cammino: una strada ricchissima di storia, di spiritualità, antichi racconti, di emozioni e di bellezza. Un modo di incentivare un turismo slow, recuperando e valorizzando il patrimonio storico culturale e ambientale del nostro territorio, guardando già alle strategie di rilancio per il dopo pandemia”.

Tra le novità della nuova convenzione, oltre alla durata non più biennale ma fino al 2025 – per consentire di programmare meglio le azioni per l’attuazione del progetto – si inserisce la presenza dell’Associazione di volontariato “Via Romea Nonantolana” che in questi anni ha collaborato coi Comuni nel monitoraggio del percorso, nella sua segnalazione e nella sua promozione, ed è previsto che altri soggetti possano aderire successivamente alla gestione associata.

Invariato l’investimento annuale per ogni ente aderente, che dovrà versare ogni anno 500 euro, per cui l’impegno del Comune di Modena sarà in totale di tremila euro.

Oltre alla Provincia e ai Comuni di Modena e Nonantola alla convenzione aderiscono Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Fanano, Guiglia, Marano sul Panaro, Montese, Pavullo nel Frignano, San Cesario, Savignano, Serramazzoni, Sestola, Spilamberto, Vignola, Zocca e l’Ente gestione Parchi Emilia Centrale.

Già a fine anni ’90 la Provincia di Modena, nell’ambito del progetto “I sentieri della luce” individuò la Via Romea Nonantolana tra gli itinerari di maggiore interesse storico-culturale e turistico di lunga percorrenza nel territorio modenese. La Via Romea Nonantolana ha due direttrici: il percorso occidentale che si sviluppa lungo la sponda sinistra del fiume Panaro, e il percorso orientale che ne percorre, invece, la sponda destra. Entrambi i tracciati, concepiti per una funzione cicloturistica, partono da Nonantola e si ricongiungono a Fanano, per poi proseguire verso il crinale appenninico e valicarlo al passo di Croce Arcana o al Passo della Calanca lungo la via utilizzata in epoca medievale dai mercanti e dai pellegrini, che costeggia i principali castelli e monumenti religiosi medievali.

L’Apt della Regione Emilia-Romagna ha individuato e promosso gli itinerari di valenza regionale, presentati in un sito specifico (https://camminiemiliaromagna.it). Tra questi, oltre alla Romea Nonantolana, ci sono la Via Romea Germanica Imperiale, utilizzata da Celti, Etruschi e Romani, poi nel Medioevo da Longobardi, Franchi e Germanici; la via Romea Strata Longobarda Nonantolana, suggestiva e densa di spiritualità, parte di un sistema viario di antichi itinerari che collegavano l’Europa Centro Orientale con l’Italia attraverso i valichi dolomitici del nord-est fino a Roma; la “Piccola Cassia”, antica via romana che congiungeva le città di Modena, Nonantola e Pistoia, fornendo un percorso sicuro verso la città di Roma.

Prima dell’approvazione è intervenuto il consigliere Giovanni Bertoldi (Lega Modena) per invitare a studiare “ulteriori possibilità per pubblicizzare il progetto e per renderlo più fruibile dai turisti, attrezzando meglio il cammino di strutture, come per esempio gli ostelli, a servizio di un turismo, spesso straniero, fatto anche di molti giorni”.