Rimini, rinnovato anche per il 2016 il progetto “Family card”

Ideata per acquistare beni di consumo con sconti riservati a famiglie in difficoltà. 200 in media quelle riminesi che ne hanno usufruito negli ultimi quattro anni

RIMINI – Alimentari, farmacie, ferramente, cartolerie, ma anche parrucchiere e negozi di calzature tra i più di 60 esercizi convenzionati nel territorio provinciale di Rimini con il progetto “Familycard”; negli ultimi quattro anni, in media, sono state 200 le famiglie riminesi a usufruirne. Per questo motivo la Giunta del Comune di Rimini, nel corso dell’ultima seduta, ha deciso di rinnovare Il progetto Family Card anche per l’anno 2016. La Family card è rivolta alle famiglie residenti in uno dei Comuni della Provincia di Rimini, con almeno tre figli a carico e indicatore Isee non superiore ad euro 15.000,00, allo scopo di offrire loro la possibilità di accedere ad agevolazioni – in media pari al 10% – nell’acquisto di beni e servizi offerti dalle ditte aderenti nel territorio Provinciale.

Il Comune di Rimini, su mandato del distretto socio sanitario di Rimini nord, si è sostituito nel coordinamento del progetto alla Provincia di Rimini.

Per farne richiesta, o per rinnovare la vecchia tessera anche per il 2016, è necessario recarsi, a partire dal 03 marzo, presso il Servizio di Protezione Sociale del Comune di Rimini in via Ducale, 7 2° piano (ogni giovedì dalle ore 08,30 alle ore 12 e dalle ore 15,00 alle ore 17,00), e consegnare la nuova attestazione ISEE.

Verificato il mantenimento dei requisiti, verrà consegnata la nuova scheda o, in caso di rinnovo, un bollino da applicare sul retro della vostra Family card al fine di renderla valida per tutto il 2016.

“Un piccolo ma prezioso strumento –  di welfare quotidiano, che sta già aiutando centinaia di famiglie riminesi in difficoltà nei bisogni di tutti i giorni – come la spesa per beni di consumo primari. Per questo il Comune di Rimini -insieme a quelli del distretto di Rimini nord – ha deciso di mantenere in essere un servizio che con il ripristino delle Province rischiava di essere interrotto, prendendone in capo il coordinamento e la gestione. Tutto questo è possibile grazie all’atteggiamento propositivo e concreto dei privati che, con forte senso di comunità, si sono messi a disposizione per favorire i consumi di quella parte di città più sensibile al calo di potere di acquisto figlio della crisi economica”

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