Retribuzioni lavoro domestico, approvato un ordine del giorno in Consiglio metropolitano

41

BOLOGNA – Il Consiglio metropolitano nella seduta di ieri ha approvato con 11 voti favorevoli (Centro sinistra e Rete Civica) e 4 astenuti (Alleanza metropolitana e Uniti per l’alternativa) un ordine del giorno proposto dal Gruppo Centro sinistra sul tema delle retribuzioni per il lavoro domestico, con prima firmataria Sara Accorsi.

Da gennaio 2023 è entrato in vigore in maniera automatica l’articolo 38 del CCNL lavoro domestico il quale prevede che il Ministero sia autorizzato a definire l’adeguamento automatico, determinando aumenti per gli stipendi di assistenti familiari (colf, badanti, babysitter ed altri profili professionali di cui al CCNL) pari al 9,2%.

Il Consiglio ritiene assolutamente necessario assicurare pari dignità alle assistenti familiari e tutelare il potere di acquisto dei salari di un insieme di lavoratrici e lavoratori che sfiora il numero di due milioni, e altrettanto necessario evitare che gli aumenti in carico alle famiglie datrici di lavoro comportino per le persone impiegate nel settore riduzioni drastiche delle ore di lavoro, licenziamenti, quando non facciano addirittura aumentare le situazioni di lavoro in nero. Va considerato inoltre che l’impatto maggiore degli aumenti degli stipendi sarà per le famiglie con badante regolarmente assunta a tempo pieno con orario lungo e quella convivente.

Il Consiglio esprime dunque molta preoccupazione per la situazione che tali aumenti potranno generare sul piano sociale, nella consapevolezza che il bonus dedicato di 1.500 euro in arrivo e gli sgravi fiscali per la regolare assunzione previsti dal Piano nazionale per la lotta al sommerso non siano misure sufficienti a contenere i rincari previsti, soprattutto per quelle situazioni in cui la collaborazione domestica rappresenta la relazione di caregiving, indispensabile quindi nella quotidiana gestione della vita familiare. Per tutte queste ragioni il Consiglio s’impegna ad affiancare il Sindaco metropolitano nel farsi portavoce, sui tavoli del Governo, della necessità di interventi strutturali a partire da un aumento degli sgravi fiscali più efficaci, da un incremento del fondo per la non autosufficienza, dal coinvolgimento delle rappresentanze di categorie e delle amministrazioni locali.