Question Time, intervento di inizio seduta della consigliera Elena Leti

49

BOLOGNA – Di seguito l’intervento d’inizio seduta della consigliera Elena Leti (Partito Democratico).

“Covid-19 e libere professioni

L’emergenza Coronavirus non è esclusivamente un problema sanitario. Come ho avuto occasione di esprimere nell’ultimo consiglio comunale, nell’emergenza, salta agli occhi la straordinaria importanza di tutte le attività che non si possono fermare, ovvero dell’intera economia fondamentale. La produzione e distribuzione alimentare, i servizi di cura, l’istruzione, i trasporti pubblici e le infrastrutture stradali, l’amministrazione pubblica, le telecomunicazioni, la distribuzione dell’acqua, dell’energia e del gas, il trattamento dei rifiuti. È uno spazio economico indispensabile, perequativo, che permette la riproduzione della società e occupa circa il 40% della forza-lavoro su scala continentale, con un repertorio di competenze impressionante per varietà e qualità.

Trasversalmente a tutto ciò troviamo le libere professioni, stiamo parlandi di più di 2 milioni di persone iscritte a 30 ordini professionali, che attraverso il proprio lavoro nel campo della tecnica della salute e della legge contribuiscono alla crescita del paese, al progresso materiale e spirituale della società.

Oggi, anche i liberi professionisti italiani, e nello specifico architetti, ingegneri, geologi, dottori in agraria e forestali, periti industriali, geometri, periti agrari e agrotecnici, sono stati investiti duramente dall’eccezionalità dei giorni che stiamo vivendo, vista l’impossibilità dello svolgimento del normale lavoro quotidiano.

Al momento tra le misure per il contenimento della diffusione della malattia c’è la chiusura di tutte le attività economiche e sociali. E, una accurata analisi del decreto “Cura Italia” ha messo in evidenza che mentre sono previste tutele nei confronti di dipendenti pubblici e privati (per i privati è prevista la cassa integrazione momentanea), per i liberi professionisti non sono menzionati provvedimenti. Non si può infatti, neanche accedere all’indennizzo di 600 euro una tantum.

Per questi motivi gli ordini e i collegi professionali, attraverso le proprie sigle sindacali chiedono misure di sostegno urgenti, ma anche provvedimenti strutturali, per rilanciare il settore trainante delle costruzioni, il sistema produttivo, la tutela e lo sviluppo del territorio e dell’ambiente, e con essi l’intera economia del paese.

Si chiede al Governo quindi:

– di estendere i provvedimenti di sostegno al reddito, come il bonus mensile esentasse, a tutti i liberi professionisti iscritti agli Enti Previdenziali Privati degli Ordini di appartenenza, che devono essere autorizzati ad erogare contributi per il sostegno al reddito dei professionisti, oggi impossibilitati a svolgere la ordinaria professione;

– di varare misure finanziarie concrete atte ad agevolare i liberi professionisti con figli, per la prolungata chiusura delle scuole, anche coinvolgendo direttamente le casse di previdenza;

– la sospensione dei versamenti per le attività professionali e dei pagamenti delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere, erogati da banche e da intermediari finanziari, il pagamento dei premi derivanti da polizze assicurative, obbligatorie, nonché la moratoria di tasse, adempimenti tributari, contributi re assistenziali;

– l’accesso al credito senza garanzie, commisurato alle necessità, sia pur limitato nel tempo;

– l’attivazione di tutte le possibili forme di ammortizzatori sociali (cassa integrazione, fondo integrazione salariale, ecc) con estensione in deroga anche a favore degli studi professionali, anche se costituiti da un solo dipendente, analogamente identificando altresì provvedimenti a supporto dei singoli liberi professionisti.

– specifiche agevolazioni per promuovere lo smart working, per dotazioni e logistica, con relativi finanziamenti per investimenti e provvista della liquidità connessa.

E si chiede al Sindaco e alla Giunta di valutare azioni di sostegno per le libere professioni, attraverso l’eliminazione o la riduzione dei tributi locali, (TARES tributo comunale sui rifiuti e sui servizi e IMU Imposta dovuta sul patrimonio immobiliare) per l’anno in corso”.