Primavera al museo: domenica 14 aprile passeggiata tra arte e natura a San Fortunato

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_palazzo-del-municipio-riminiRIMINI – Senso di libertà, scoperta e meraviglia accompagneranno grandi e piccini nel secondo degli appuntamenti di PRIMAVERA AL MUSEO ciclo di incontri dedicato alla scoperta e ri-scoperta del Museo degli Sguardi di Rimini e del paesaggio nel quale il piccolo scrigno di tesori è inserito, con tappe in alcune delle più incantevoli chiese e abbazie del territorio, custodi di fede, arte e cultura.

Al via quindi domenica 14 aprile a partire dalle 16.30 con il primo degli itinerari in programma, quello che collega il Museo degli Sguardi all’abbazia di Santa Maria della Scolca (Parrocchia di San Fortunato), per una passeggiata adatta a tutti tra i colori e i profumi del colle di Covignano e preziosi approfondimenti naturalistici, storici e culturali.

A raccontare il ricco patrimonio artistico conservato ancora oggi nell’antica abbazia – tra cui si può ammirare la pala d’altare raffigurante l’Adorazione dei Magi di Giorgio Vasari – lo storico dell’arte Alessandro Giovanardi, accompagnato dalla guida ambientale Loris Bagli.

Punto di ritrovo e ritorno: Museo degli Sguardi (via delle Grazie, 12 – Rimini), ore 16.30.

L’iniziativa è gratuita con prenotazione al 329 1473098 (no WhatsApp).

L’iniziativa PRIMAVERA AL MUSEO è realizzata nell’ambito del progetto IN-CONTRO. Un museo come spazio di condivisione e solidarietà, proposto e realizzato dalle associazioni di volontariato Vite in Transito e Orizzonti Nuovi e dall’associazione di promozione sociale La Bottega Culturale con il contributo della Regione Emilia-Romagna, finalizzato a dare una migliore valorizzazione alla ricca collezione artistica del Museo degli Sguardi.

Per informazioni sul progetto : www.museocondiviso.com, FB: museo condiviso, 329 1473098.

“Camminare dà un senso di libertà. E’ contrario a tutto quel che spinge «più veloce, più in alto, più forte». Quando cammino tutto si muove più lentamente, il mondo sembra ammorbidirsi” (da Camminare. Un gesto sovversivo di Erling Kagge).