Premio Tina Anselmi per riconoscere le competenze delle donne nel lavoro

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Fino al 31 marzo la presentazione delle candidature

BOLOGNA – Sono aperte fino al 31 marzo le candidature per il Premio Tina Anselmi, giunto alla sua settima edizione. Istituito nel 2017 dalle sedi di Bologna del Centro Italiano Femminile e dell’Unione Donne in Italia, associazioni femminili storiche nate dai Gruppi di Difesa della Donna, il premio vuole essere un’occasione per far emergere le contraddizioni irrisolte della condizione lavorativa femminile e valorizzare l’importante apporto che le lavoratrici hanno dato nei vari luoghi di lavoro dell’area metropolitana.

Modalità di partecipazione
Le candidature al premio devono essere redatte su apposito modulo allegato e pervenire entro il 31 marzo esclusivamente all’indirizzo: premiotinaanselmi@gmail.com
Le proposte di candidatura possono essere inviate da enti, associazioni organizzazioni o singoli cittadini/e. Non sono ammesse auto-candidature, candidature di donne già insignite di riconoscimenti pubblici di rilievo e candidature per attività di volontariato. È istituito un premio “alla carriera” riservato a donne che si sono distinte nei rispettivi ambiti lavorativi, ma che non sono più in attività e non hanno ancora ricevuto riconoscimenti di rilievo.
L’assegnazione del premio avverrà a maggio, durante una cerimonia all’Archiginnasio.

Il premio ha il patrocinio della Presidenza del Consiglio comunale di Bologna ed è stato dedicato alla memoria di Tina Anselmi, la prima donna a ricoprire la carica di Ministro della Repubblica Italiana con delega al lavoro, che ha svolto un ruolo determinante nell’approvazione della legge 903 del 1977 “Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro” ed è stata Presidente del Comitato Italiano per l’Anno Internazionale della Donna dichiarato dall’Onu per il 1975.

Cif e Udi, tradizionalmente impegnate al fianco delle organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil per i diritti delle donne, intendono porre all’attenzione della cittadinanza e delle istituzioni la necessità di una rinnovata riflessione femminile sul lavoro, mettendo in luce esempi di donne che, troppo spesso silenziosamente e nell’ombra, hanno saputo e continuano a fornire un contributo prezioso a campi lavorativi diversi e talora caratterizzati da una scarsa partecipazione femminile.