Occupazione dei dottori di ricerca: per l’Università di Parma dati migliori della media nazionale

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Rapporto AlmaLaurea 2022 su profilo e condizione occupazionale: a Parma 91,8% di occupati contro il 90,9% nazionale

PARMA – Il tasso di occupazione dei dottori di ricerca dell’Università di Parma a un anno dal conseguimento del titolo è più alto della media nazionale: 91,8% contro 90,9%. È uno dei dati contenuti nel VII Report sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei dottori di ricerca, realizzato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.

Il Report di AlmaLaurea sul Profilo dei dottori di ricerca ha analizzato le performance formative di 4.303 dottori di ricerca del 2021 di 33 atenei. Il Report di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei dottori di ricerca ha analizzato 5.255 dottori di ricerca del 2020 di 45 atenei, contattati a un anno dal conseguimento del titolo.

Qui si riporta l’analisi relativa ai dottori di ricerca dell’Università di Parma

IL PROFILO DEI DOTTORI DI RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA

I dottori di ricerca del 2021 dell’Università di Parma, coinvolti nel VII Report sul Profilo sono 123.

Caratteristiche dei dottori di ricerca

Il 13,0% dei dottori di ricerca ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato); il 12,2% dei dottori ha ottenuto un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo (joint degree o double/multiple degree).

Il 61,8% dei dottori di ricerca ha conseguito il dottorato nello stesso ateneo della laurea, il 29,3% in un ateneo italiano diverso da quello di conseguimento della laurea, l’8,9% dei dottori ha ottenuto la laurea in un ateneo estero. L’8,9% dei dottori di ricerca ha cittadinanza estera.

Gli studenti che decidono di iscriversi a un corso di dottorato hanno ottenuto, in media, buone performance nel percorso di studio precedente; il 56,3% dei dottori di ricerca, laureatisi in Italia, ha ottenuto 110 e lode nella laurea di secondo livello.

L’età media al dottorato di ricerca è pari a 31,8 anni e il 58,5% dei dottori ottiene il titolo di dottorato al massimo a 30 anni di età.

Motivazioni per l’iscrizione al dottorato e fruizione di finanziamenti

Aveva intenzione di iscriversi al dottorato già al momento della laurea il 69,9% dei dottori di ricerca. Tra le motivazioni ritenute decisamente importanti per l’iscrizione vi sono: il miglioramento della propria formazione culturale e scientifica (88,6%), la possibilità di svolgimento di attività di ricerca e studio in ambito accademico (43,1%) e il miglioramento delle prospettive lavorative (43,9%).

La fruizione di finanziamenti per la frequenza del dottorato ha riguardato l’87,0% dei dottori di ricerca.

Attività svolte durante il dottorato

Tra i dottori di ricerca, il 73,2% dichiara di aver partecipato, abitualmente per almeno un anno, ad attività formative strutturate all’interno del proprio corso di dottorato.

Il 50,4% dei dottori di ricerca ha svolto un periodo di studio/ricerca all’estero e per il 35,5% di questi la durata dell’esperienza ha superato i 6 mesi. La soddisfazione complessiva dei dottori per l’esperienza all’estero è pari, in media, a 9,0 su una scala 1-10.

Il 35,8% dei dottori dichiara di aver dedicato alla ricerca oltre 40 ore a settimana (l’11,4% ha dedicato alla ricerca più di 50 ore alla settimana) e l’82,1% dei dottori è stato coinvolto in gruppi di ricerca.

Infine l’87,8% dei dottori ha realizzato almeno una pubblicazione e, tra questi, l’89,8% l’ha realizzata in inglese.

Valutazione del dottorato e prospettive future

Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza di dottorato appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei dottori in merito ad alcuni aspetti.

L’acquisizione di nuove competenze e abilità specifiche ha ottenuto in media un punteggio di 8,3 su scala 1-10; l’approfondimento di contenuti teorici 7,8 e la padronanza di tecniche di ricerca 8,0.

Il 61,8% dei dottori di ricerca dichiara che, potendo tornare indietro al momento dell’iscrizione, si iscriverebbe nuovamente allo stesso corso di dottorato e presso lo stesso ateneo. Lo 0,8% rifarebbe un altro dottorato nello stesso ateneo, il 9,8% un dottorato in un altro ateneo italiano, il 17,9% si iscriverebbe ad un dottorato all’estero e il 9,8% non si iscriverebbe più ad un dottorato.

Il 72,4% dei dottori ritiene che per il proprio settore disciplinare ci siano maggiori opportunità lavorative all’estero. Solo il 4,1% dei dottori ritiene invece di avere maggiori opportunità di affermarsi in Italia.

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI DOTTORI DI RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA

Il VII Report sulla Condizione occupazionale ha riguardato 131 dottori di ricerca del 2020 dell’Università di Parma, contattati a un anno dal conseguimento del titolo.

Condizione occupazionale a un anno dal conseguimento del dottorato di ricerca

Il tasso di occupazione è pari al 91,8%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze lavoro ovvero su quanti sono inseriti nel mercato del lavoro, è pari al 4,9%.

Il 29,2% degli occupati prosegue l’attività intrapresa prima del conseguimento del dottorato, il 9,7% ha dichiarato di avere cambiato lavoro dopo il conseguimento del titolo; il 61,1% degli occupati si è inserito nel mercato del lavoro solo al termine del dottorato di ricerca.

Caratteristiche del lavoro svolto a un anno dal conseguimento del dottorato di ricerca

Tra gli occupati a un anno dal conseguimento del dottorato, il 6,4%, svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.), il 34,6% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato. Il 32,1% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, il 7,7% può contare su una borsa post-doc, di studio o di ricerca e il 16,7% dichiara di essere stato assunto con un contratto non standard (per la quasi totalità si tratta di contratti alle dipendenze a tempo determinato). Il 2,6% è impegnato con contratti formativi, lavori parasubordinati, altri tipi di lavoro autonomo o senza regolare contratto.

La retribuzione mensile netta dei dottori di ricerca è, in media, pari a 1.794 euro. Il 7,7% degli occupati svolge un lavoro part-time.

L’83,1% degli occupati svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione: in particolare, il 33,8% è un ricercatore o tecnico laureato nell’università mentre il 49,4% svolge un’altra professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione. Decisamente contenute le quote di occupati che svolgono altre professioni.

Il 61,1% ha dichiarato di svolgere attività di ricerca, in una giornata lavorativa tipo, in misura elevata, il 20,8% in misura ridotta, mentre il 18,1% ha dichiarato di non svolgere per nulla attività di ricerca.

Il 71,9% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace per il lavoro svolto, il 18,8% degli occupati dichiara che il titolo è abbastanza efficace per lo svolgimento del proprio lavoro, il 9,4% ritiene che sia poco o per nulla efficace. Il 70,8% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studio, il 22,2% le utilizza in misura ridotta, il 6,9% dichiara di non utilizzarle per nulla.

Caratteristiche dell’impresa in cui lavorano i dottori di ricerca a un anno dal conseguimento del titolo

Ma dove vanno a lavorare? Il 57,7% dei dottori di ricerca è occupato nel settore pubblico, il 39,7% in quello privato, mentre il 2,6% è occupato nel settore non profit. Il settore dei servizi assorbe l’84,6% dei dottori di ricerca, mentre l’industria accoglie il 14,1% degli occupati; l’1,3% ha trovato impiego nel settore dell’agricoltura.

L’83,3% degli occupati dichiara di lavorare al Nord, il 2,6% al Centro, il 3,8% nel Mezzogiorno.

Infine, il 10,3% lavora all’estero.