Nuova vita per l’antico “Palazzo Pennazzi” di Mordano nell’imolese, trasformato in struttura polifunzionale per anziani

84

Il presidente Bonaccini all’inaugurazione: “Un luogo che unisce solidarietà e assistenza, socialità e cura”. Con la ristrutturazione, creati 9 mini-appartamenti, una piccola Casa della salute e un Centro sociale aperto a tutti

BOLOGNA – Si chiama “Opera anziani” il progetto nato dalla volontà testamentaria della cittadina mordanese Ida Frontalli, che ha donato i propri beni al Comune per dare vita a un complesso destinato alla cura e all’assistenza delle persone anziane. Ed è in gran parte grazie alla generosità di questa benefattrice che “Palazzo Pennazzi”, antica dimora ottocentesca oggi di proprietà del Comune di Mordano, nell’imolese (Bo), si è trasformata in una struttura polifunzionale a servizio del territorio.

Ieri mattina l’inaugurazione della parte dell’edificio appena restaurata, dove trovano posto 9 mini appartamenti per anziani autosufficienti, una Casa della salute di piccole dimensioni con ambulatori medici e di terapia fisica, un Centro diurno per persone parzialmente non-autosufficienti e un Centro sociale aperto a tutti, che offre attività di animazione e aggregazione socio-culturale realizzate grazie all’apporto di associazioni ed enti del territorio. Non solo, perché entro il 2020 è previsto l’ampliamento del palazzo con la ricostruzione di un’ala andata distrutta durante la Seconda guerra mondiale, la ristrutturazione di un ulteriore edificio con nuovi appartamenti e, entro il 2022, un centro diurno.

Il progetto è stato realizzato grazie ad un investimento di oltre due milioni di euro, in parte coperti dal lascito della signora e per il resto da donazioni di privati e risorse pubbliche, tra cui 200mila euro di contributi regionali.

Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione insieme al sindaco di Mordano, Stefano Golini, al direttore generale dell’Ausl di Imola, Andrea Rossi, e alla presidente dell’Azienda servizi alla persona del circondario imolese, che gestirà i mini-appartamenti, Renata Rossi Solferini.

“Un luogo che unisce solidarietà e assistenza, socialità e cura. Un bell’esempio di come la generosità dei cittadini, in questo caso davvero encomiabile, unita all’impegno del pubblico, possano arricchire il territorio e la comunità– afferma Bonaccini.Garantire ai nostri anziani, soprattutto se fragili e soli, servizi adeguati di assistenza e sostegno è un impegno che ci siamo presi da subito, stanziando risorse, realizzando progetti e investendo sulla quantità, ma soprattutto sulla qualità delle prestazioni. Nel 2018- chiude il presidente della Regione- abbiamo aggiunto altri 6 milioni al Fondo regionale per la non autosufficienza, portandolo a oltre 440 milioni di euro, nettamente il più alto in Italia”.

La rete di assistenza agli anziani in Emilia-Romagna

Il sistema dedicato all’assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale di persone anziane in Emilia-Romagna si compone di 980 strutture (19.600 posti) fra case residenza, centri diurni, case di riposo e comunità alloggio. Realtà pubbliche, private accreditate o private autorizzate, alle quali si aggiungono 398 case famiglia (piccole strutture totalmente private che possono ospitare fino a un massimo di 6 persone).

La rete dei servizi socio-sanitari rivolti alle persone in condizioni di non autosufficienza e a coloro che se ne prendono cura è finanziata dal Fondo regionale per la non autosufficienza: 441 milioni di euro, che superano i 480 milioni sommando il Fondo “Dopo di noi” e i finanziamenti assegnati all’Emilia-Romagna per i progetti “Vita indipendente”. /Ti.Ga.

(Foto: Inaugurazione 1; Inaugurazione 2; Palazzo Pennazzi)