Ed è per questo che oggi, nella “Giornata Nazionale per la Donazione e il Trapianto di Organi e Tessuti”, noi del Nursing Up vorremmo ricordare quanto il ruolo dell’infermiere sia fondamentale nella diffusione della cultura “del dono”.
Sappiamo prenderci cura dei pazienti, non solo attraverso la solidità del nostro percorso di studi e attraverso le conoscenze che abbiamo consolidato ed implementato nella nostra quotidianità professionale , ma soprattutto portiamo messaggi fattuale, come quelli del rispetto della vita e della salute, e rispetto della libertà e della dignità delle persone senza diseguaglianze.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
Tra le principali responsabilità dell’infermiere c’è quella di alleviare la sofferenza.
In questa giornata, dal valore così importante, è bene ricordare il suo ruolo rilevante nel sistema dei trapianti di organo, dove si occupa della partecipazione attiva alle procedure di individuazione, della selezione e del mantenimento dei donatori, del processo di allocazione del prelievo e trapianto di organi e interviene nella pianificazione e attuazione dei percorsi assistenziali.
L’articolo 26 del nostro Codice Deontologico cita testualmente: “L’infermiere favorisce l’informazione e l’educazione sulla donazione di sangue, tessuti e organi quale atto di solidarietà e sostiene le persone coinvolte nel donare e nel ricevere”.
Ad oggi, sono oltre 8mila le persone che aspettano un trapianto nel nostro Paese: sono donne, uomini, giovani, adulti, anziani ma anche oltre 200 bambini, che soffrono di una grave insufficienza d’organo, ai reni, al fegato, al cuore, ai polmoni o al pancreas. La rete trapianti italiana è ai primi posti in Europa per numero e qualità degli interventi eseguiti.
In questo contesto, dove l’Italia eccelle, ricordiamolo, il nostro Paese consente agli infermieri anche autorevoli percorsi di specializzazione, come il Master infermieristico di Coordinamento Donazione e Trapianto di organi tessuti e cellule della Scuola di Medicina dell’Università degli Studi di Torino.
Tutto questo equivale a dire che la sanità italiana necessita di un infermiere sempre più preparato, sempre più aggiornato ad affrontare le nuove sfide sul trapianto degli organi, oltre che essere una figura chiave nella comprensione e nella comunicazione alla collettività del valore della donazione», conclude De Palma.
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