Nota del Sindacato Nazionale Infermieri del 17 dicembre 2021

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De Palma su rinnovo contratto sanità: «Guai a ritrovarsi con una bella scatola luccicante, con sorpresa amara all’interno»

ROMA – «Alla luce di un nuovo contratto della sanità ancora ben lontano dall’essere definito tale, rispetto a ciò che gli infermieri auspicano da tempo, e in virtù soprattutto del pericolo concreto che le richieste della nostra categoria rimangano ancora una volta una triste chimera, apprendiamo con non poca preoccupazione le recenti dichiarazioni del Ministro Brunetta, in merito alla ferma volontà di chiudere le trattative da qui a prima di Natale.

Non possiamo essere certo ottimisti per quanto sta accadendo, e non vogliamo nemmeno passare in alcun modo come  “pars destruens”: solo siamo fin troppo lucidi e sereni nell’affermare che da troppo tempo gli infermieri italiani attendono la concretizzazione del loro percorso di valorizzazione. 

Parlo di un adeguamento di stipendio doveroso e in linea con quella professionalità e quell’esperienza che ci colloca ai vertici della sanità europea, laddove altri Paesi a noi vicini ci riconoscono da tempo di rappresentare un’eccellenza a tutti gli effetti e sono pronti a premiare con retribuzioni degne di tal nome le nostre qualità».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Insomma, da troppo tempo siamo ingabbiati nelle lacune di un sistema contrattuale patrigno. Ora ci troviamo di fronte a un possibile contratto, la cui trattativa con l’Aran, per quanto riguarda gli infermieri, si è limitata ad affrontare solo alcuni aspetti, modesti e parziali, ma che non ha condotto alla definizione concreta di nessuno dei capisaldi per i quali siamo scesi nelle piazze e siamo arrivati a scioperare. In queste condizioni, come possiamo essere ottimisti e pensare che in pochi giorni possa avvenire il miracolo? Come possiamo immaginare che gli infermieri possano ottenere tutte le risposte che da tempo la politica gli ha promesso?

Bene ha fatto il Ministro Brunetta a ribadire che le indennità degli infermieri, a partire da quella specifica che ha rappresentato un nostro straordinario traguardo sindacale, è destinata ad essere corrisposta con la firma del contratto. Vorremmo pure vedere, visto che questo è scritto su una legge dello Stato!

Nursing Up non può smettere di chiedersi dove stiamo andando, non possiamo non appellarci agli altri sindacati, chiedendo loro di fare muro al nostro fianco, augurandoci, come purtroppo già ha fatto qualcuno, che non si cada “nel precipizio” dei facili entusiasmi e dell’accontentarsi di miseri barlumi di luce, o peggio ancora di auto elogiarsi di fronte a ipotetici traguardi raggiunti che di fatto non ci sono e hanno quindi un modesto impatto sul complesso dei problemi che riguardano le categorie.

Non smetteremo di essere vigili e combattivi fino all’ultimo minuto di queste trattative, consci che abbiamo la responsabilità di rappresentare ogni giorno le istanze di chi ci guarda negli occhi e ci chiede di combattere per il suo presente e il suo futuro.

Non accetteremo compromessi, non ci accontenteremo di scatole luccicanti ma con sorpresa amara all’interno, di contratti “belli a metà”. Non ci servono pacchi adorni di strass e cotillon, quello che per noi oggi conta è la sostanza. Lo dobbiamo agli infermieri italiani.

Il Ministro Brunetta promette un contratto che riconosca e valorizzi in tutto e per tutto il ruolo strategico degli infermieri dipendenti ? Bene, questo è il momento di passare ai fatti!

E se davvero il Ministro ha fornito indicazioni all’Aran per chiudere in pochi giorni il nuovo contratto della sanità, non possiamo che auspicare che si raddoppino gli sforzi delle parti in causa, visto il pochissimo tempo a disposizione. 

Oppure, si decida gioco forza, di prolungare le trattative. Questo è necessario, se si vuole che il contratto che tutti attendiamo rappresenti davvero una  svolta per gli infermieri e gli altri operatori sanitari.

Non possiamo permetterci di ricevere senza colpo ferire un nuovo voltafaccia. Si tradurrebbe nell’ennesimo schiaffo in pieno viso, dimenticando che qui c’è in gioco il nostro futuro, quello dell’Italia e del suo livello di civiltà e coerenza sociale».