Nota del Sindacato Infermieri Italiani Nursing Up del 17 aprile 2021

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De Palma: «Solo una legge, e non un mero CCNQ, può prevedere la nascita di un’area contrattuale autonoma aggiuntiva rispetto a quelle già esistenti»

ROMA  – «Non si comprende perché il Nursing Up, assieme ad altre organizzazioni sindacali, sia stato oggetto di gratuite sortite nelle ultime ore, sulla questione di una presunta perdita della possibilità di creare un’area contrattuale autonoma degli infermieri. Si tratta, ovviamente, di patetico ed alquanto ridicolo travisamento della realtà, in quanto è proprio la legge a dirci chiaramente quante sono le aree di contrattazione.

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

L’art 40 p 2 del dlgs 165 2001 testualmente indica che sono possibili solo, citiamo proprio la norma, “quattro comparti di contrattazione collettiva nazionale, cui corrispondono non più di quattro separate aree per la dirigenza”. 

Ebbene le 4 aree della dirigenza esistono da anni ormai e nessuno potrà metterle in discussione.  

Ciò posto, tutti siamo ancora in trepida attesa della cosiddetta “direttiva Brunetta”, che avrebbe dovuto inaugurare anche l’annunciata “area delle elevate professionalità”, ma tale direttiva non è ancora stata adottata e peraltro, nella bozza circolante negli ultimi tempi, “l’area delle elevate professionalità” veniva ipotizzata come “inserita nei vari contratti di comparto”, quindi di competenza dei CCNL, ben fuori dall’alveo di competenza dei CCNQ, ma di ciò pare che i nostri delatori non se ne siano nemmeno accorti. 

Ci troviamo di fronte alla chiara evidenza, se mai fosse servito, della speciosità della tesi di quelli che sostengono che un CCNQ possa in qualche modo  codificare ex novo “un’area” di contrattazione autonoma per gli infermieri.

Peraltro, sono stati gli stessi  referenti dell’ARAN ad aver chiarito, più volte, che in carenza di una nuova legge che aumenti il numero delle aree attualmente previste dal dlgs 165 2001, le 4 aree dei dirigenti non possono che restare 4.  

E se tutto quanto sopra non bastasse, vorremmo solo ricordare che un Sindacato di comparto come il Nursing Up non potrebbe firmare un CCNQ nemmeno se volesse, poiché tali tipologie di accordi vengono sottoscritti dalle Confederazioni, quali accordi di tipo trasversale, cioè che si applicano a tutti i comparti e non solo alla sanità.

Insomma, assistiamo ad affermazioni infondate e profondamente contraddittorie.

«Certo è, invece, che i nostri delatori sono proprio quelli la cui firma risalta su ognuno dei pessimi CCNQ firmati fino ad oggi, con gli infermieri e le altre professioni sanitarie relegati nella massa del comparto: dovrebbero pertanto avere il buon senso di evitare strumentalizzazioni della realtà.

«Andremo avanti per la nostra strada. Lotteremo sino ad ottenere l’alveo autonomo di contrattazione per gli infermieri e le altre professioni sanitarie, come abbiamo già fatto per l’indennità di specificità infermieristica. Abbiamo già fatto avere, sia alle Regioni che al Ministro della Salute, le nostre proposte per realizzarlo, ma bisogna farlo subito e senza scomodare il legislatore altrimenti, con i  tempi di cui ha bisogno, passeranno altri decenni.

Ciò posto, non possiamo che rimandare al mittente le bufale dell’ultima ora, e da ultimo, ma solo per precisione, a chi ci chiede perché non facciamo il nome dei nostri accusatori, noi rispondiamo che abbiamo scelto volutamente di non citarli, poiché essi non meritano in alcun modo la nostra pubblicità».