MODENA – Le iniziative di “Ascoltare: infinito presente”, promosse dal Comune di Modena per celebrare il trentennale della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza prendono il via mercoledì 6 novembre alle 17 al Teatro San Carlo di via S. Carlo 5.
Dopo i saluti d’apertura dell’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi, l’appuntamento, aperto a tutti, è doppio con le lezioni magistrali di Luca Mori su “Diritto all’ascolto e diritto al futuro, le vie della conversazione filosofica con i bambini” e di Franco Lorenzoni su “Le aperture necessarie all’educare oggi”.
Lorenzoni è stato maestro elementare per 40 anni. Ad Amelia, in Umbria, Coordina la Casa-laboratorio di Cenci, un centro di sperimentazione educativa che ricerca su temi ecologici, interculturali e di inclusione. Ha pubblicato diversi libri su temi pedagogici tra cui “I bambini ci guardano. Una esperienza educativa controvento” (Sellerio, 2019); collabora alle riviste “Cooperazione Educativa”, “Gli Asini”, “Internazionale” e il Domenicale del “Sole 24 ore”.
La sua lezione parte dal presupposto che i diritti o sono universali o si chiamano privilegi e la scuola ha il compito costituzionale di “rimuovere gli ostacoli alla piena realizzazione della persona umana”. Come? Sperimentando modi e linguaggi per dare dignità ai pensieri e alle forme del ragionare di ciascuno, affinando sempre più le capacità di ascolto attento e di interpretazione attiva, facendo del dialogo l’architrave della relazione educativa.
Luca Mori è cultore di Storia della Filosofia presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa e da oltre 15 anni conduce laboratori di filosofia con i bambini in tutta Italia. Il focus del suo lavoro con i più piccoli è incentrato soprattutto sull’esperimento mentale dell’utopia, che è diventato un gioco da lui stesso ideato (utopiedibambini.it) e un libro “Utopie di bambini. Il mondo rifatto dall’infanzia” (Edizioni ETS, 2017).
Per Mori quando si tratta di diritti, le dichiarazioni che li promuovono sono fondamentali, ma la storia insegna che da sole non bastano. Il diritto all’ascolto, ad esempio, presuppone che si sappiano trovare le parole per dare forma alle proprie idee e, al tempo stesso, che si sappia pensare con la propria testa non contro, ma insieme agli altri. Affrontando un esperimento mentale si attivano contemporaneamente la memoria, il ragionamento e l’immaginazione e si entra in una dimensione del pensare insolita, utile a definire meglio i concetti, ad accorgersi di contraddizioni latenti nelle definizioni abituali.
L’incontro è aperto a tutti e per i docenti è riconosciuto come attività formativa (iscrizioni su Mymemo).
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