In attesa delle ultime necessarie verifiche, la commissione aggiudicatrice ha stilato la graduatoria provvisoria relativa al bando per l’assegnazione di quattro posteggi al Mercato Albinelli.
Degli otto progetti presentati, cinque sono quelli ammessi. Il punteggio più alto nella graduatoria provvisoria è stato assegnato al progetto “MozzaBella street good” di Michele Vannini, già presente al Mercato delle Erbe di Bologna, che propone gnocco fritto, tigelle, pane e pizze con farine semintegrali bio e prodotti tipici regionali, a km 0 o di qualità e produzione artigianale, acquistabili anche per cucinare a casa. Obiettivo: sedurre gli amanti del buon cibo senza trascurare vegetariani e vegani o amanti del biologico.
Secondo in graduatoria, il progetto “Artigiani del Gusto” di Davide Lugli, che propone mescita di vino prosecco alla spina direttamente proveniente dalla cantina e polli allo spiedo cotti a grill, allevati a terra e bio delle colline modenesi. Spazio anche a prodotti biologici e senza glutine e a selezioni di salumi e formaggi del territorio e di altre regioni italiane.
Segue “La casa del brodo” di Valerio Gilioli, che punta sulla cucina modenese e sulle preparazioni tradizionali (tortellini, passatelli, tortelloni…) con possibilità grazie a un packaging innovativo di asporto o di consumare un pasto rapido e caldo anche in brodo. Anche in questo caso attenzione per vegetariani e celiaci.
Il progetto “Punto e Pasta” di Giulia Cassaro, fermo restando il riferimento alla cucina tipica, punta su prodotti artigianali e freschi, anche vegetariani e vegani, con materie prime acquistate esclusivamente da aziende del territorio, offrendo ai potenziali clienti il “take away” e il consumo sul posto.
Al quinto posto della graduatoria provvisoria, il progetto “Osteria Albinelli Sa-ghè?” di Davide Doda, che se la graduatoria sarà confermata potrà presentarsi a un prossimo bando, o eventualmente avvalersi di uno stallo che potrebbe nel frattempo rendersi disponibile. Il principio guida dell’attività è ispirato alla vecchia osteria dove si cucina “quello che c’è” e l’offerta gastronomica comprende anche un 30 per cento di materie prime recuperate dai banchi del mercato per ridurre lo spreco, promuovendo per il resto i prodotti di stagione locali e regionali. Un’osteria, dunque, a chilometri zero, anzi spesso a metri zero, visto che si propone di utilizzare in cucina anche prodotti dei banchi del mercato.
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