Lutto nazionale. Migliaia di mani e cuori tra Torre Pedrera e Cesenatico: il ponte umano costruito sulle note di De Andrè

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Promotori dell’iniziativa gli artisti Ciri Ceccarini e Francesco MrCubanito Gibilaro. Colonna sonora unica la musica di De André: da Creuza de Ma a Rimini, fino ad Anime salve dedicata alle vittime

RIMINI – Migliaia di mani e cuori da Rimini a Cesenatico si sono stretti idealmente al cuore di Genova infranto dal crollo del ponte Morandi che ha causato la morte di 42 persone.

Questa mattina in contemporanea con i funerali di Stati celebrati nel capoluogo ligure, i bagnanti, i bagnini, gli operatori turistici e i residenti della riviera romagnola hanno voluto manifestare la loro profonda vicinanza e adesione alla giornata di lutto nazionale.

L’idea del “ponte umano” è stata di due artisti seguitissimi in riviera: il cantautore Ciri Ceccarini e l’animatore e trasformista Francesco MrCubanito Gibilaro, direttore artistico di Fiats Animazione.

I due promotori dell’evento si sono spartiti idealmente i compiti: così Ciri in collaborazione con il gruppo d’animazione La Trottola i bagni dal 58 al 68 e il comitato di Torre Pedrera ha coordinato la “costruzione” del ponte nel riminese e da Francesco Gibilaro si è occupato della zona di Cesenatico che ha visto protagonista la gran parte degli stabilimenti balneari di Valverde.

Ad unire idealmente il ponte umano la voce di Fabrizio De André, il cantautore e poeta di Genova, con le note di Creuza de Ma’, a far risuonare in Romagna il dialetto genovese, Rimini, canzone ponte tra le due realtà rivierasche e Anime salve, brano che ha dato il titolo all’ultimo album della vita di De André, firmato insieme a Ivano Fossati.

“La musica e l’arte ancora una volta sono state motivo di sollievo, riflessione e commozione – hanno detto Ciri Ceccarini e Francesco Gibilaro – in un momento nel quale è fondamentale l’unione tra persone per ritrovare la necessaria pace dei cuori, come hanno detto il presidente della Repubblica, Mattarella e il cardinale Bagnasco. Un intento al tempo stesso delicato e forte che, in memoria dei poveri caduti, possa favorire da un lato l’accertamento delle responsabilità e dare la forza ai famigliari, agli amici, a tutta la comunità genovese e italiana così duramente ferita di ripartire e superare anche questa orribile e assurda tragedia”.