laReverdie
Claudia Caffagni voce, liuto
Livia Caffagni voce viella, flauti
Elisabetta de Mircovich voce, viella, ribeca
Teodora Tommasi voce, arpa, flauti
Matteo Zenatti voce, arpa, tamburello
con la partecipazione di
Christophe Deslignes organo portativo
Francesco Landini (1325/35-1397) fu il più famoso compositore fiorentino del suo tempo. Le sue composizioni, che godettero di grande prestigio e diffusione nel Trecento non solo a Firenze, costituiscono più di un quarto dell’intera produzione musicale italiana del XIV secolo documentata dalle fonti. Francesco perdette la vista all’età di sette anni a causa del vaiolo ma nonostante la sua invalidità eccelse nello studio della musica e di tutte le arti liberali, divenendo un acclamato compositore, virtuoso di organetto e di altri strumenti, raffinato cantante, poeta, erudito, costruttore di strumenti.
Nato e cresciuto in un ambiente artisticamente molto fecondo (il padre, Jacopo del Casentino, lavorò con Giotto e Taddeo Gaddi, uno dei suoi due fratelli era musicista, l’altro pittore come il padre), Francesco compose personalmente i testi di moltissimi dei suoi brani, le cui tematiche si incanalano nell’estetica stilnovista per quanto riguarda i contenuti amorosi, mentre quelli di contenuto filosofico si inseriscono in diverse querelles letterarie, filosofiche o artistiche che infiammavano la Firenze del Trecento.
Può la condizione di cecità aver condizionato la produzione poetica di Landini? Sicuramente ha condizionato la sua estrema sensibilità musicale e laReverdie si addentra nella sua opera alla ricerca dei segnali che la perdita della vista può aver impresso nei versi e nella musica del Magister Coecus. Per Landini, come per molti altri poeti italiani, da Cino da Pistoia a Guido Cavalcanti, da Dante a Petrarca, il riferimento al senso della vista è quasi un’ossessione, gli occhi sono il passaggio obbligato, una sorta di portale privilegiato da cui l’amore e l’ispirazione trasmessa da questo sentimento giunge all’animo, elevandolo alla gioia o gettandolo nella disperazione. Francesco Landini appare raffigurato con gli occhi chiusi nel Codice Squarcialupi.
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