Modena

Lettera del Vescovo, “Costruire ponti di fraternità”

Il sindaco Muzzarelli commenta il messaggio di don Erio alla città: “Appello alla comunità che interroga ognuno di noi” per superare isolamento e solitudine

MODENA – Essere costruttori di ponti, di occasioni di dialogo, per superare isolamento e solitudine che spesso caratterizzano la nostra società. È l’invito che, in occasione di San Geminiano, rivolge il vescovo di Modena Erio Castellucci nella sua Lettera alla città “Soli, ma trafitti da un raggio di sole” e che il sindaco Gian Carlo Muzzarelli commenta così: “È un appello alla comunità che però interroga ognuno di noi, personalmente, a partire da chi ha responsabilità pubbliche. Inoltre, sembra scritto proprio per chi fa politica – aggiunge Muzzarelli – quell’invito di don Erio a saper coniugare l’io con il noi”.

Per il sindaco è particolarmente importante il richiamo del vescovo all’attenzione dei tanti segnali di disagio nella società, soprattutto, tra i giovani: dal bullismo agli abbandoni scolastici, fino al fenomeno delle bande giovanili. Così come è significativa la sottolineatura sulla disparità di trattamento tra uomini e donne nel campo lavorativo e professionale e la denuncia delle tragiche violenze che, come ricorda don Erio, giungono perfino all’assassinio, spesso conseguenza di amori patologici a causa di un “maschilismo purtroppo presente, radicato e attivo”.

Sul fenomeno dei leoni da tastiera, strettamente connesso a quello delle “fake news”, il sindaco riprende le considerazioni del vescovo per ricordare che spesso nascono da rancori e frustrazioni e possono diventare “pietre lanciate addosso alle vittime di turno”. La sfida, quindi, è quella di spegnere l’aggressività assumendo lo stile del buon samaritano che è capace di “gettare un ponte di fraternità verso l’altro, quello che per lui è il più distante, lo straniero” perché “più si moltiplicano i buoni samaritani più si riducono i feriti dall’arma della solitudine”.

“Fa bene il vescovo – conclude Muzzarelli – a ricordare che, anche se non appaiono, se fanno meno rumore di chi offende e ferisce, sono tanti nella nostra città, anche tra i giovani, i buoni samaritani che contrastano l’isolamento con la pratica della fraternità. E fa bene il vescovo a indicarli a politici e istituzioni come modello a cui ispirare il nostro agire per il bene comune”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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