
MODENA – Lunedì 20 gennaio 2025 alle ore 20.30 presso il Teatro Fondazione Collegio San Carlo il duo formato da Laura Marzadori – primo violino presso il Teatro alla Scala di Milano – e dal pianista Olaf John Laneri scriverà il quinto e ultimo affascinante capitolo dell’esecuzione integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Ludwig van Beethoven: un percorso iniziato nel 2019 e per anni rimasto un appuntamento imperdibile delle Stagioni di Gioventù musicale Modena.
Il programma
Yikai Qiu pianoforte
Aleksandr Skrjabin (1872 – 1915)
Sonata per pianoforte n. 2 in Sol diesis minore, Op.19
a seguire
Laura Marzadori violino
Olaf John Laneri pianoforte
Sonata per violino e pianoforte n. 10, op. 96
Sonata per violino e pianoforte n. 8, op. 30 n. 3
Franz Schubert (1797 – 1828)
Sonata n. 4 in la maggiore per violino e pianoforte, op. 162, D. 574
Ridotto soci Amici dei teatri modenesi: €10
Ridotto giovani; allievi e docenti Conservatorio Vecchi-Tonelli e Liceo Sigonio; Studenti UniMoRe: €7
Il Beethoven giovane, il Beethoven eroico, il Beethoven pastorale: grazie alle restituzioni di Marzadori e Laneri abbiamo potuto davvero entrare nella mente di un gigante della Musica di tutti i tempi. Non solo: nel tempo siamo stati anche ispirati da interpretazioni di capolavori di Grieg, de Falla e Stravinskij che i due musicisti hanno di volta in volta accostato al genio di Bonn.
L’affetto e il tributo del pubblico sono sempre stati generosi in questi anni, attraendo anche un pubblico nuovo e giovane. L’integrale beethoveniana è stata anche l’occasione per ospitare volti autorevoli della divulgazione musicale come Luca Ciammarughi e Valentina Anzani, che hanno dialogato con il pubblico e gli artisti approfondendo i programmi con riflessioni storiche, estetiche e psicologiche.
Intorno al programma di lunedì 20 gennaio
Dialogo, litigio, riconciliazione: è compito del compositore dosare sapientemente affetti, relazioni e contrasti che caratterizzano la dialettica tipica della Forma Sonata. È particolare che Beethoven nel 1812, più che mai solido nella sua arte e passati dieci anni dalla Sonata n. 9 a Kreutzer – un catalogo di ardite sperimentazioni musicali – decida di ritornare a più miti criteri di regolarità e chiarezza espositiva, portando a compimento la Sonata n. 10 op. 96, l’ultima del suo catalogo dedicata al duo violino e pianoforte e, raccontano le cronache, una delle preferite dagli interpreti come Joachim, Brahms e dallo stesso Kreutzer; contorni più sfumati e distesi nell’Allegro, che appena increspa l’eco di motivi marziali; un Adagio espressivo in forma di Lied, intriso di melodia e sensazioni di idillio agreste; vivacità ritmica che non rappresenta tensioni o drammi e che dallo Scherzo e Trio conduce al Poco Allegretto finale dove si continua ad assaporare una situazione piacevole e serena.
La stessa tonalità di sol maggiore funge da comune denominatore con la Sonata n. 8 op. 30, n.3. Anche in questo caso l’allegro iniziale in 6/8 ci immerge in una natura benigna, amica; com’è distante il tempo dell’eroismo. Beethoven gioca dolcemente con lo stile concertante, e l’alternarsi degli strumenti rammenta le delizie settecentesche dell’eco. Il minuetto centrale, ricordo di un lontano movimento di danza, lascia il posto all’Allegro finale, in forma di rondò, che strizza l’occhio alla vena popolare viennese
Franz Schubert non riservò al duo violino e pianoforte molto del suo interesse compositivo. Nel suo catalogo sono rintracciabili Tre Sonatine, probabilmente destinate a giovani esecutori, nelle quali la chiarezza e la linearità d’impianto sembrano guardare a Mozart come riferimento. Queste piccole e delicate forme prenderanno corpo in seguito con la Sonata op. 162 – datata 1817 e pubblicata postuma nel 1851 – punto culminante di un percorso d’approfondimento e scritta sotto l’impulso di una dialettica più serrata e complessa. L’autore attinge, si, alle risorse del virtuosismo strumentale ma principalmente in queste pagine si ritrova un amabile gusto popolare e quel particolare sguardo intimo, senza retorica, che è così tipico di Schubert. Nel primo movimento spicca un lirismo soave che mitiga i contorni di una vivace contrapposizione dialettica tra il primo e il secondo tema; lo Scherzo e l’Allegro vivace finale, dal ritmo fresco e scintillante, sembrano richiamarsi alle suggestioni melodiche beethoveniane, mentre l’Andantino emana una musicalità delicata e misteriosa di mozartiana memoria.
Olaf John Laneri nasce a Catania da padre siciliano e madre svedese, termina brillantemente gli studi a Verona e quindi si perfeziona in Italia e all’estero per poi conseguire la qualifica di Master all’Accademia Pianistica di Imola. Dopo diverse vittorie in competizioni nazionali, risulta laureato ai concorsi internazionali di Monza, di Tokyo e di Hamamatsu; nell’estate del 1998 vince la cinquantesima edizione del prestigioso concorso “F. Busoni” di Bolzano (II premio ‘con particolare distinzione’; il I premio non viene assegnato). Delle sue Variazioni di Brahms sopra un Tema di Paganini, unica esecuzione di un italiano inserita nel CD pubblicato per festeggiare il Cinquantesimo del concorso Busoni, A.Cohen scrive nell’ International Piano: “La migliore esecuzione dal vivo che abbia mai sentita”. È presente in rinomate stagioni in Italia e in Europa come solista e con orchestra (Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra dell’Arena di Verona, Symphony Orchestra di Tokyo, Filarmonica di Montecarlo), collaborando con direttori quali Lawrence Foster, Tomas Hanus, Lior Shambadal. Ha suonato al Festival di Brescia e Bergamo, al Teatro Olimpico di Vicenza, al Teatro Bellini di Catania, alla Sagra Malatestiana di Rimini, alla Sagra Musicale Umbra, al Palazzo del Quirinale a Roma, al Tiroler Festspiele in Austria, alla Radio della Svizzera Italiana a Lugano, al Festival della Ruhr, alla Herkulessaal e al Gasteig di Monaco, per la Deutsche Rundfunk, alla Salle Gaveau e per Radio France a Parigi, inSalle Molière a Lione, al Festival Chopin in Polonia, al Festival di Gijón, all’Opéra di Montecarlo, al Rudaki Hall di Tehran. É stato invitato a suonare all’inaugurazione della Biblioteca della Sala Borsa di Bologna, e a Berlino per la chiusura della mostra dedicata ai disegni (per la prima volta riuniti) di Botticelli sulla Divina Commedia di Dante. Un posto di rilievo nel suo repertorio occupa la figura di Beethoven, autore quasi sempre presente nei programmi concertistici; ha, nello scorso 2019, terminato la quarta esecuzione integrale del corpus delle 32 Sonate in otto concerti per il pubblico di Alessandria, dopo averle proposte a Bologna, Modena e Udine. L’interpretazione del Secondo Concerto di Brahms con i Berliner Symphoniker in tournée in Italia gli ha procurato nel 2007 l’invito con lo stesso concerto alla Sala Grande della Philharmonie di Berlino. Nel novembre 2015 è uscito un cd con musiche di Brahms (Ballate op.10, Variazioni sopra un Tema di Paganini op.35, Klavierstücke op.76) per la Universal, e nel settembre 2019 un’altra registrazione con il Trio Gustav dei due Trii di Mendelssohn (Trii op.49 e op.66) per la Da Vinci. È docente di pianoforte presso il Conservatorio di musica di Venezia. Suona in Duo con la violinista Laura Marzadori e nel Trio Gustav con il violinista Francesco Comisso e il violoncellista Dario Destefano.
LAURA MARZADORI E OLAF JOHN LANERI: SI COMPLETA IL CICLO DEDICATO ALLE DIECI SONATE PER VIOLINO E PIANOFORTE DI BEETHOVEN
Un viaggio durato sei anni – ricco di ispirazione e umanità – giunge all’ultimo capitolo, lunedì 20 gennaio al Teatro Fondazione Collegio San Carlo