Forli Cesena

La campionessa di basket Andrea Lloyd a Cesena

CESENA – Accogliendo in Comune e premiando Andy Lloyd, abbiamo anche esaudito il sogno delle migliaia di cesenati che a cavallo tra anni ’80 e ’90 affollavano festanti il Carisport, per assistere alle imprese della nostra squadra di basket femminile del cuore o dei tanti che invasero pacificamente Barcellona nella primavera del 1991, essendovi giunti con ogni mezzo per vivere l’evento mai eguagliato da nessuno, di una Coppa dei Campioni tutta made in Cesena.

Che Andrea sia stata protagonista assoluta di quella straordinaria avventura, lo sappiamo tutti: da noi si consacrò come grande atleta ed i numeri di una carriera intera sono lì a confermarlo.

Ma a me oggi piace, invece, celebrarla anche come “cesenate di ritorno”.

Gli amici – in primis Ivana Donadel e Carlo Zoffoli – che in questi giorni hanno avuto il piacere di incontrarla, mi hanno raccontato che è stato come se non fosse mai andata via.
Anche in questo si è confermata la persona speciale che, giunta a Cesena dall’America a soli 22 anni, si inserì immediatamente e completamente nella nostra città.

Allora ha voluto imparare subito la nostra lingua (ed anche un pò di dialetto….) e ancora oggi parla un italiano quasi perfetto. Ha voluto conoscere Cesena e la sua gente e ancora oggi si ricorda di tutti, amici, negozianti e tante persone della nostra città. Ha voluto conoscere il nostro modo di essere, la nostra cultura, le nostre usanze, il nostro cibo (e il vino) e li ha fatti suoi, vivendoli in prima persona.

Conosce ancora Cesena ed i suoi dintorni forse meglio di chi ci vive da sempre. Si è fatta voler bene da tutti proprio per questo amore verso la nostra terra che le è entrata nel cuore e ci rimarrà per sempre. Così come lei rimarrà nel nostro.

Grazie Andy, se nel 2014 siamo diventati “Città europea dello sport”; se viviamo ogni giorno lo sport con passione, ma senza perderne anche la dimensione sociale, che lo rende mai totalizzante; se ancora in tanti ci emozioniamo ricordando successi che furono certo di squadra e di gruppo, ma anche di città, di territorio, mai individuali, è anche grazie a persone come te, grandi sportivamente e bellissime dal punto di vista umano.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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