“Gp”, come lo chiamavano gli amici, era stato assunto in Pubblica all’età di ventun anni, e aveva dedicato una vita intera a questa grande famiglia. Scomparso nel 2016, è stato per anni una figura fondamentale e fondante dello storico ente di volontariato.
Il veicolo, intitolato alla sua memoria, che da ieri è entrato a far parte del parco mezzi dell’associazione, è un pulmino equipaggiato con tutte le dotazioni necessarie per il trasporto dei disabili, e offre i migliori dispositivi sul mercato per la sicurezza degli operatori.
La cerimonia, a cui hanno preso parte, Luca Bellingeri, Presidente Assistenza Pubblica Parma, Filippo Mordacci, Comandante del Corpo Militi della Pubblica, Andrea Camin, Vice Presidente Assistenza Pubblica Parma, Claudio Cadei, Luigi Cadei, Antonio Cadei, fratelli di Gianpaolo e Maurizia Cadei, sorella di Gianpaolo, ha rappresentato per tutta l’Associazione di volontariato dell’Oltretorrente un momento carico di significato e commozione.
«Gianpaolo – ha dichiarato Luca Bellingeri, Presidente dell’Assistenza Pubblica Parma – ha amato tanto la Pubblica, l’ha vista crescere ed ha condiviso con me e altre persone del Consiglio Direttivo momenti tristi e felici della vita associativa. Il suo ricordo è ancora ben presente in ogni angolo della sede e nel ricordo di chi l’ha conosciuto. Portare il suo nome su un mezzo per il trasporto disabili è sicuramente un modo per averlo ancora tra noi, per percepirne ancora lo spirito, quello spirito di una persona che non ha fatto della Pubblica solo un luogo di lavoro, ma un modo di essere».
«Una donazione in ricordo di Gianpaolo – ha affermato Filippo Mordacci, Comandate del Corpo Militi della Pubblica – è un simbolo della vita della Pubblica. Tutto in realtà ricorda Gianpaolo a chi ha collaborato con lui. In questo momento poi, un pulmino disabili è di grande sostegno alle nostre necessità di servizio. Nel mio periodo da Presidente non avrei potuto raggiungere certi obiettivi senza il suo sostegno e la sua amicizia. Ricordo un aneddoto: quando gli chiedevano se lavorava in Pubblica, lui rispondeva “Sì. Sono in Pubblica!”. Questa era la risposta giusta. Non si lavora in Pubblica, si è nella Pubblica. Questo, per chi conosce il nostro mondo, dice tutto per ricordare l’amico che mai dimenticherò».
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