BOLOGNA – Un campo di calcio accanto alla più grande acciaieria d’Europa, i calciatori-operai che passando da un dribbling e un gol alla diagnosi di tumore, ossia tifo e morte nella città di Taranto, dove l’alternativa è tra salute e lavoro. A raccontare la storia del travolgente “ILVA Football Club”, dei suoi giocatori e del suo destino legato alla fabbrica, sono Usine Baug e Fratelli Maniglio, in uno spettacolo che accompagna gli spettatori negli anni d’oro e dolore di quella città e di un’epoca in cui il diritto alla salute era sconosciuto o, semplicemente, “sacrificabile”. L’appuntamento è a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; teatridivita.it): sabato 15 febbraio alle ore 20 e domenica 16 febbraio alle ore 17.
“ILVA Football Club”, prodotto da Campo Teatrale, vede in scena Fabio Maniglio, Luca Maniglio, Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo, ed è presentato nell’ambito della stagione “Decadenza. Vestigia degli anni Venti” di Teatri di Vita, realizzata con il contributo del Comune di Bologna, della Regione Emilia Romagna e del Ministero della Cultura.
C’era una volta un campo da calcio in mezzo al quartiere, uno di quei campi di periferia che ti segnano le ginocchia per tutta la vita, con le porte fatte di tubi innocenti… dove tutti, o quasi, hanno sognato di diventare calciatori. Questa è la storia di una cavalcata incredibile, di un gol impossibile all’ultimo minuto e del sogno chiamato ILVA Football Club. È una storia di lotta tra salute e lavoro, tra speranza e disillusione, tra sogno e realtà. È la storia della più grande e inquinante acciaieria d’Europa che si intreccia alla leggenda di questa piccola squadra, nata a Taranto proprio sotto le ciminiere, per raccontare la storia di una “città sacrificabile”. Nel 2022 un rapporto dell’ONU inserisce Taranto tre le “zone di sacrificio”, ovvero quei luoghi ritenuti sacrificabili in nome del progresso o della produzione di beni di consumo: oggi è Taranto, ma domani potrebbe essere un’altra città, mostrandoci che quanto ciò che accade ci riguarda molto più di quanto immaginiamo.
Lo spettacolo si basa su testi tratti da archivi storici, documentari e interviste fatte dagli artisti a Taranto, e utilizza la narrazione calcistica per raccontare la vita e la storia della città, strettamente legata alla storia dell’ex ILVA, attraversando la storia di oltre 60 anni del centro siderurgico, mostrando come la promessa di progresso e prosperità si siano lentamente trasformate in disillusione, rabbia, prigione e ricatto: salute o lavoro.
Usine Baug nasce nel 2018 dall’incontro artistico di Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo ed Emanuele Cavalcanti, ensemble successivamente allargato ad Anita Beretta. Nel 2019 arriva in finale al Premio Scenario con Calcinacci, nel 2020 è finalista al Premio Scenario Infanzia con Sweet Haka, e infine nel 2021 vince il Premio Scenario Periferie con Topi, che viene presentato l’anno successivo a Teatri di Vita. Nel 2022, per il progetto ILVA Football Club, inizia la collaborazione con i Fratelli Maniglio, ossia i gemelli Fabio e Luca Maniglio. Nel 2019 i Fratelli Maniglio vincono il Premio Internazionale Lydia Biondi con la creazione di circo contemporaneo Ombra, a cui seguono Convivia e Gli uccelli. Dal 2021 lavorano nella compagnia di Peter Brook per Tempest Project, e dal 2022 con la Jakop Ahlbom Company di Amsterdam per Strangely Familiar in cui sono protagonisti.
“ILVA Football Club”
Una squadra di calcio nell’acciaieria dei veleni:
il nuovo spettacolo di Usine Baug e Fratelli Maniglio
A Teatri di Vita, Bologna, 15-16 febbraio