Il volume costituisce la prima monografia in italiano/inglese dedicata all’opera dell’artista nord-irlandese e include i testi dei curatori Daniele De Luigi e Anne Stewart e del critico d’arte Declan Long.
Sebbene il concetto di confine – sia esso concreto o immaginario – abbia sempre avuto un ruolo cardine nella pratica artistica di Willie Doherty, per la prima volta viene messo esplicitamente al centro di un suo progetto espositivo ed editoriale, con l’intento di indurre lo spettatore a mettere in discussione le proprie convinzioni sul suo valore e significato, rivelandone la complessità e i numerosi risvolti politici, sociali e psicologici. Questo avviene, non a caso, in un momento storico in cui la tematica dei confini è di un’attualità sempre più stringente non solo in Irlanda e nel Regno Unito, a seguito dell’uscita di quest’ultimo dall’Unione Europea, ma anche a livello globale in un’epoca segnata da migrazioni e pandemie.
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