Nel giorno in cui in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale contro il cancro – “World cancer day” – in programma il 4 febbraio, la sanità emiliano-romagnola è già proiettata verso il futuro delle cure ai malati oncologici, con la Regione che da tempo è impegnata nella progettazione di nuove modalità organizzative per portare l’assistenza e le terapie più vicine al domicilio del paziente.
La Regione punta ad estendere su tutto il territorio il modello di oncologia territoriale per assicurare oltre che la continuità, anche la prossimità delle cure al malato, in particolare nelle aree collinari e montane con maggiori difficoltà di spostamento.
“Il benessere psico-fisico e la qualità delle cure mediche a tutti gli emiliano-romagnoli a prescindere della loro condizione sociale – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini– sono in cima alle nostre priorità –. Stiamo lavorando per costruire una rete oncologica regionale, in grado di portare avanti un forte coordinamento tra ospedali e territorio, basato su un modello organizzativo che garantisca approccio multidisciplinare, equità di accesso, precoce presa in carico e condivisione dei percorsi di cura”.
“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza– conclude l’assessore-, grazie alle risorse messe a disposizione per il potenziamento delle case di comunità, offre un’eccezionale opportunità per costruire sul territorio strutture di riferimento per il paziente, dove l’oncologo ospedaliero può lavorare in stretta collaborazione con il medico di medicina generale, contribuendo di fatto alla continuità assistenziale tra ospedale e territorio”.
Un prezioso aiuto in questo campo può venire dai progressi della telemedicina, che può garantire la massima continuità assistenziale al paziente, senza che quest’ultimo debba necessariamente recarsi presso le strutture sanitarie.
Le campagne di screening gratuito promosse dalla Regione
La nuova frontiera dell’oncologia territoriale si affianca alle campagne di screening gratuito che la Regione ha messo in campo da tempo per la prevenzione e la diagnosi precoce delle forme più diffuse di tumore (colon-retto, seno e collo dell’utero). Malattie che purtroppo continuano a fare molte vittime anche in Emilia-Romagna, anche se i risultati finora ottenuti sono più che incoraggianti.
Qualche cifra: dal 2005 ad oggi, quando è partito lo screening del tumore del colon retto, il secondo più diagnosticato nelle donne e il terzo negli uomini, la mortalità in regione è diminuita del 30%. Un dato che può solo migliorare, visto che ad oggi solo il 50% delle persone invitate si sottopone al test.
Passando al tumore al seno, in Emilia-Romagna sono circa 4.500 i nuovi casi all’anno; il diffondersi dello screening per la diagnosi precoce e l’utilizzo delle terapie innovative hanno permesso di innalzare all’80% la speranza di sopravvivenza a 10 anni dalla prima diagnosi.
Infine al 1° gennaio 2021 (ultimo dato disponibile) più del 60% delle oltre 1 milione 200 mila donne nella fascia di età 25- 64 anni avevano aderito allo screening gratuito contro il Papilloma virus.
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