Sono ancora quindi di grande attualità le parole dell’intervento di Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, al convegno “Cultura, Scuola Persona” del 2007, intervento recepito integralmente nel decreto del regolamento attuativo 16 novembre 2012 n.254, “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione”. “La scuola – afferma Morin – si apre alle famiglie. (…) In quanto comunità educante, la scuola deve generare una diffusa convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, ed essere anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria. La scuola può affiancare al compito dell’insegnare ad apprendere anche quello dell’insegnare a essere”.
D’altro canto, allo stesso tempo, ci troviamo di fronte ad un sistema sociale che è cambiato profondamente e che sembra andare in direzione contraria. Nel contesto sociale tradizionale, famiglia e Scuola erano al centro del sistema e garantivano integrazione e coesione sociale. Oggi si parla di emergenza educativa. A fronte di una condizione giovanile segnata dal disagio, dipendenze e, per quello che riguarda la scuola, dall’abbandono, sembra che il mondo degli adulti abbia perso il suo ruolo e la sua funzione di permettere la costruzione del futuro da parte delle giovani generazioni.
Senso e scopo della Scuola e della famiglia è quello di sostenere i ragazzi nella costruzione del loro progetto di vita, ma sembra proprio che oggi le loro relazioni, i loro rapporti siano connotati da un evidente malessere. La cronaca in merito è spietata.
Si stanno imponendo altri linguaggi, altri codici e, purtroppo, altre relazioni dove dominante è la logica del conflitto o quello della delega.
Ci troviamo anche noi insegnanti, genitori e studenti, come nel racconto di Italo Calvino “sulla strada di San Giovanni”: su quella strada cioè che partendo dalla stessa casa poi unisce e allo stesso tempo divide due mondi contrapposti, così come univa e divideva il mondo di Italo e quello di suo padre.
Ed ecco che il progetto avviato anche in questo anno scolastico all’Einaudi, attraverso l’organizzazione di diverse attività proposte ai genitori e ai ragazzi, ha proprio lo scopo di sperimentare forme di comunicazione empatica, di provare a diminuire la conflittualità cercando di mettersi in posizione di ascolto attivo nei confronti dell’altro, di poter passare insieme ai genitori del tempo extra scuola in modo da conoscersi meglio e constatare l’esistenza di molti elementi comuni su cui è possibile costruire una intesa formativa. Provare insomma a costruire quella comunità dove tutti – docenti, studenti e genitori – possano essere a diverso titolo, ma a giusto diritto, attori fondamentali.
A cura di Roberto Paltrinieri, referente del Progetto “I genitori e la scuola” – Istituto di Istruzione Superiore Luigi Einaudi Ferrara
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