Garage Ferrari, Ricorso del Comune di Modena al Consiglio di Stato

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Lo ha annunciato l’assessora Vandelli rispondendo all’interrogazione di Chincarini (Per me Modena) sulla vicenda della struttura di viale Trento Trieste

MODENA –  Nella giornata di mercoledì 9 marzo, il Comune di Modena ha presentato ricorso al Consiglio di Stato rispetto alla sentenza del Tribunale amministrativo regionale del gennaio scorso relativa al garage Ferrari di viale Trento Trieste, che impone entro sei mesi la demolizione dell’intero fabbricato con le spese interamente a carico del Comune. Lo ha annunciato l’assessora all’Urbanista Anna Maria Vandelli rispondendo nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 10 marzo, a un’interrogazione di Per me Modena, illustrata da Marco Chincarini, sul garage Ferrari in viale Trento Trieste 31.

Il consigliere ha richiamato la vicenda della realizzazione del garage Ferrari, la sentenza del Tribunale amministrativo regionale (Tar) dell’Emilia Romagna che “annullava gli atti amministrativi e ordinava la demolizione della parte costruita abusivamente” e ha chiesto a sindaco e Giunta “come l’Amministrazione intenda dar seguito alle disposizioni del Tar in materia di demolizione dell’immobile, a quanto ammontano i costi dell’operazione e se saranno a carico del Comune.” 

L’assessora, nella sua risposta, ha ripercorso gli avvenimenti a partire dal 1988, con il permesso di costruire concesso, il ricorso di cittadini residenti in zona e la sentenze del Tar del 2013, confermata dal Consiglio di Stato, di annullamento “del solo permesso di costruire, senza ordine di demolizione. Il Tar – ha spiegato Vandelli – ha dichiarato abusivo il fabbricato in quanto la cubatura realizzata superava quella massima consentita, ma la norma non dice che se viene annullato il titolo edilizio è automatico demolire; si può ad esempio valutare se è possibile sanare la situazione e in questo caso sarebbe stato necessario demolire una parte dell’edificio”.

Nel maggio 2014, l’Amministrazione ha avviato un procedimento per darne esecuzione, valutando la possibilità della demolizione parziale, relativa ai due piani superiori, in quanto l’immobile, benché di proprietà privata (la società B.A. Service spa), costituiva “un’importante servizio indispensabile per le esigenze pubbliche della sosta del centro storico” e, da questo punto di vista, rappresentava una struttura di “pubblico interesse”. Tale demolizione “avrebbe però compromesso anche la parte conforme della struttura – ha proseguito l’assessore – e per questa ragione l’Amministrazione ha deciso di chiudere il procedimento prevedendo l’applicazione di una sanzione pecuniaria a carico del proprietario come sanatoria rispetto alla mancanza di titolo edilizio. Con l’ultima sentenza, il Tar ha dichiarato nullo tale provvedimento ritenendo come unica sanzione applicabile la demolizione totale del fabbricato, ha nominato il provveditore regionale per le Opere pubbliche commissario ad acta per eseguire il provvedimento di demolizione e ha stabilito che i costi dell’intervento siano a carico del Comune”. L’assessora, dopo l’annuncio del ricorso, ha precisato che “l’Amministrazione sta già collaborando con il provveditore regionale, in quanto rispetta le sentenze del Tar anche se quando non le condivide”.

Nella replica, Chincarini ha ringraziato per la risposta puntuale e ha detto di prendere atto “che stiamo riaprendo un altro capitolo di questa storia infinita, che probabilmente vedremo andare avanti ancora a lungo con ulteriori costi. Stiamo facendo un ricorso – ha aggiunto – perché abbiamo fatto commettere un abuso concedendo il permesso di costruire e ora demolire parte del fabbricato comprometterebbe anche la parte conforme. Prendo atto quindi che chiediamo di non farlo demolire”.

L’assessore Andrea Bosi ha risposto a un’interpellanza del Pd. Nel dibattito il sindaco Muzzarelli ha ricordato “l’impegno per il confronto e la collaborazione con l’azienda”

“Mettere in campo ogni azione possibile perché sia l’attività di ricerca che la produzione di Maserati rimangano sul nostro territorio è una priorità per l’Amministrazione modenese. E la presenza a Modena, il prossimo 17 marzo, di Sergio Marchionne sarà certamente l’occasione per acquisire ulteriori informazioni sui progetti dell’azienda e approfondire un confronto costruttivo”. È quanto ha dichiarato Andrea Bosi, assessore al Lavoro del Comune di Modena, rispondendo giovedì 10 marzo, in Consiglio comunale all’interrogazione, poi trasformata in interpellanza, presentata per il Pd da Marco Malferrari. Ricordando le preoccupazioni “di nuovo molto forti per il futuro dello stabilimento modenese” e il provvedimento di Cassa integrazione che in febbraio ha coinvolto 304 tra operai e impiegati, il consigliere ha chiesto “che si possano avere informazioni e garanzie sulle prospettive occupazionali dello stabilimento produttivo di Modena e sul futuro dell’attività di progettazione e ricerca”.

Maserati è radicata nel territorio modenese, “ed è qui che deve trovare nuovo slancio” ha affermato Bosi, ribadendo che l’Amministrazione “metterà in campo ogni possibile azione, con l’obiettivo di garantire le prospettive occupazionali dello stabilimento, per far sì che le attività di ricerca e produzione rimangano a Modena. Bisogna che si apra un ragionamento ampio per definire su quali prodotti investire per il futuro”.

In febbraio Maserati ha fatto ricorso all’ammortizzatore della cassa integrazione per quattro giorni per un totale di 304 addetti. “Pare inoltre – ha detto l’assessore – che tra la fine di marzo i primi giorni di aprile l’azienda aprirà una nuova procedura di cassa integrazione ordinaria di nove giorni che riguarderà 250 lavoratori in produzione e 54 impiegati, motivata con esigenze legate alla necessità di allineare i volumi di vendita alla capacità produttiva”.

Intervenendo nel dibattito, il sindaco Muzzarelli ha ricordato “l’impegno costante dell’Amministrazione per il confronto con l’azienda, nel rispetto delle parti e delle funzioni. Assicuriamo la nostra collaborazione per garantire la necessaria flessibilità che i mercati richiedono al sistema produttivo, ma sempre nel rispetto del lavoro, costruendo scelte di strategia e aumentando l’attrattività della città. Credo che Marchionne sia consapevole del valore del territorio di modena, di un sistema che si fonda su creatività, capacità e lavoro. Su imprese artigiane di alta qualità che garantiscono la filiera produttiva”. Il sindaco ha poi ricordato che, “per la prima volta dopo anni, la Ferrari ha sottoscritto una convenzione con l’Università di Modena per ricerche sui motori e che il nuovo Centro di ricerca di Alfa Romeo e Maserati, creato a Modena e di cui nessuno mai si ricorda, impiega 800 ricercatori. Questi sono i risultati delle scelte fatte per fare di Modena l’hub nazionale dei motori”.

Per Mario Bussetti, M5s, situazioni come quella di Maserati “dimostrano che il pubblico non può intervenire direttamente sulle dinamiche di un’azienda privata, ma tirare per la giacca gli imprenditori perché non se ne vadano dà risultati scarsi. Quello che serve è rendere attrattivo il territorio in modo che defezioni siano compensate da nuovi arrivi. È un’attività difficile, che ha bisogno di una visione di lungo periodo e sarebbe giusto riconoscere che i risultati finora sono stati modesti e cambiare impostazione”.

Paolo Trande, Pd, ha messo in evidenza che se aziende del calibro di Maserati hanno deciso di insediarsi a Modena “di sicuro non l’hanno fatto perché possono pagare salari più bassi ma perché qui ci sono le condizioni propizie per la qualità finale del loro prodotto”. Il consigliere ha poi definito “stridente il fatto che Maserati a Modena aumenti il fatturato ma nello stesso tempo confermi la cassa integrazione”. Secondo Antonio Montanini (CambiaModena) invece è un fatto che può accadere: “Maggior fatturato non significa necessariamente aumento della capacità di produzione e non è detto che l’aumento corrisponda a uno stabilimento specifico, magari hanno bisogno di ruoli diversi rispetto a quelle che hanno. Sono dinamiche normali credo che la cosa più importante sia creare le condizioni di base perché il nostro territorio sia attrattivo per l’azienda”.

Nella replica, Marco Malferrari ha commentato che l’Amministrazione “sta facendo molto per mantenere il territorio attrattivo sia per le aziende che ci sono e che si sono sviluppate a livello internazionale, sia per quelle che potranno arrivare” Per il consigliere “è positivo che si insista su investimenti per ricerca e sviluppo ma vorrei che rimanesse qui anche la produzione, perché questo dà maggiore garanzia della volontà dell’impresa di rimanere sul territorio”.