Il provvedimento relativo alle linee d’indirizzo per l’affidamento in concessione, illustrato dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli e da quella al Patrimonio Anna Maria Lucà, è stato approvato con il voto della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi e Modena civica) il voto contrario del Movimento 5 Stelle e l’astensione di Lega Modena, Forza Italia e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia.
Tra i compiti di CambiaMo spa c’è anche l’adeguamento dei contratti di locazione in essere di attività commerciali con la loro trasformazione, alla scadenza, in contratti di concessione patrimoniale. Qualora le entrate siano superiori ai costi della gestione, la metà dell’utile gestionale dovrà essere versata al Comune. In questa fase, comunque, gli importi delle tariffe di sosta del parcheggio e degli abbonamenti non potranno superare quelli attualmente in vigore. La revisione del sistema tariffario entrerà a far parte del programma di valorizzazione e riqualificazione.
L’individuazione di CambiaMo spa è avvenuta sulla base del provvedimento assunto dalla giunta nelle scorse settimane che per la gestione dell’edificio aveva deciso di individuare il concessionario “tra gli organismi partecipati dal Comune le cui finalità statutarie siano le più aderenti a realizzare l’intervento di riqualificazione dell’immobile” con l’obiettivo di migliorarne la dotazione a uso pubblico in termini qualitativi e di elevarne le prestazioni edilizie, “con particolare riguardo a quelle riferite all’efficientamento energetico”.
L’obiettivo, pur con la possibilità di sub concessioni per attività specifiche, è una gestione unitaria del complesso mirata alla riqualificazione e a una sostenibilità economica e finanziaria della gestione complessiva, compresa l’attività di parcheggio pubblico a servizio della sosta in un’area della città prossima al centro storico.
Proprio quello è stato considerato uno dei principali elementi di “interesse pubblico” che ha consentito di mantenere l’integrità dell’immobile entrato a far parte gratuitamente del patrimonio comunale nel corso del 2018 dopo che la proprietà (la società B.A. Service) non aveva ottemperato agli obblighi scaturiti dalle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, al termine di un complesso iter giudiziario durato una trentina d’anni che ha portato all’annullamento del titolo edilizio.
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