“Galeotto fu il libro”: la Gambalunga e l’abbraccio dei suoi lettori nel quattrocentesimo della nascita

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stemma-colori-comune-riminiRIMINI – Sono storie vere, sono storie sincere, sono storie d’amore quelle che stanno arrivando dai tanti che, raccogliendo l’invito della Biblioteca con l’iniziativa “Galeotto fu il libro”, stanno inviando le storie di quell’amore che, sbocciato tra i libri, ha contrassegnato, e per molti contrassegna tutt’ora, la propria vita.

Spaccati di vita, di passioni che si sono incontrate: “metà della sessione estiva, gli occhi blu che mi hanno cambiato la vita incontrati in Biblioteca – confessa Chiara – due battute, un sorriso e poi da subito a studiare insieme, e così tra l’imbarazzo e i libri è cominciato tutto!”.

O, in qualche caso, sembra solo desiderate: “Entrò nella grande sala di lettura dell’Angelica con l’intenzione di richiedere un libro che non aveva trovato – si sbilancia Pierpaolo – gli occhi, visti da vicino, grandi e verdi. Era bellissima.”

Altre ancora provocanti e divertenti per essere giocate sul filo sottile dell’equivoco e dell’ironia. “E’ lei che ha preso l’iniziativa, mi ha chiesto solo il nome e mi ha offerto tutta se stessa. Mi ha spiazzato. Non la facevo tanto spregiudicata, sembrava così a modino …. Senza di lei non avrei superato gli esami né scritto la tesi. Non posso più farne a meno, me ne sono innamorato – racconta l’anonimo preparando il finale ad effetto – Lei chi? Non ti capisco. Andrò a stare con Bea, la mia morosa, ma ti raccontavo della Mia Biblioteca.”

Sì, perché sono quegli spazi alti e austeri, quelle luci che filtrano dalle vetrate, quei silenzi a volte irreali che rimangono nel cuore e nella mente, anche quando – come per Francesco – ci si prepara all’esame di Storia del Pensiero Economico e approfondendo la Teoria del Plusvalore di Karl Marx: “In un attimo i miei occhi si incrociarono con i suoi. Lei era seduta ad un tavolo diverso dal mio, in una delle sale più grandi della biblioteca. In un attimo Karl Marx era stato surclassato dai bellissimi occhi di Rossella.”

C’è la storia di Daniela: “Le amiche avevano il moroso con cui uscire. Mentre io, spesso e volentieri, mi rifugiavo in biblioteca. Un po’ perché ero, o mi consideravo, bruttina; e la luce della biblioteca, così particolare, rende tutti un po’ uguali. Poi perché non avevamo i soldi per comprare i libri “da leggere”, ma solo quelli “da studiare”. Quel giorno c’era un salottino più libero del solito. Un rifugio perfetto per godermi la lettura del momento. Poi arriva LUI, bello come il sole. Con un sorriso stratosferico mi dice: “Ti spiace se mi siedo qui? Devo consultare questo noioso libro. E vedere te che sembri così entusiasta nella tua lettura, mi mette voglia di farlo”. L’universo spalancò le sue porte ed il mio cuore prese a battere fortissimo. Quando se ne andò, dopo attimi che per me durarono ore, io restai lì. Ad assaporare quel momento magico fatto di libri, di odori di pagine, di uno sconosciuto che finalmente mi aveva vista, con il suo sguardo diverso.”

Oppure quella dolcemente malinconica di Claudia: “Non ho mai scoperto il tuo nome, perché tu probabilmente eri uno di quelli che, una volta finita la scuola, vendono i libri e si lasciano il liceo alle spalle. Non ho nemmeno mai scoperto a quale liceo andassi, se al Serpieri o all’Einstein, ma ancora oggi sono sicura che si trattasse di uno di quei due, viste le materie che studiavi. Io ero una goffa ragazzina del classico e tu eri bellissimo, con quegli occhiali spessi a proteggere i tuoi occhi scuri, i capelli un po’ selvaggi e l’aria concentrata su un libro di fisica. Eri il motivo per cui venivo a studiare in biblioteca tutti i pomeriggi, eri il motivo per cui mi trovavo a dover ristudiare quasi tutto alla sera. Sono passati 25 anni e non ti ho mai più incontrato in nessun altro luogo. Ma ogni volta che sento il profumo del cioccolato caldo delle macchinette, un pensiero fugace vola da te, lo studente dello scientifico con gli occhiali ed i capelli scuri.”.

Amori sbocciati, amori desiderati, ma sullo sfondo sempre lei la Biblioteca civica Gambalunga che quest’anno festeggerà il suo quattrocentesimo anno di vita sia con la grande festa del 23 aprile, Giornata mondiale del Libro, che con iniziative come queste lanciate nel giorno degli innamorati perché è proprio da un atto d’amore che la straordinaria storia della Biblioteca civica Gambalunga nasce, quella dell’amore per il sapere che spinge il suo donatore, Alessandro Gambalunga, a destinare in dono alla città alla sua morte la sua ricchissima biblioteca affinché, assieme al suo Palazzo, fosse aperta a tutti, senza distinzioni di censo e religione, mostrando attenzione per il bene pubblico e fiducia nella capacità di riscatto della cultura.

In attesa della festa di compleanno, la Biblioteca ha chiesto ai cittadini una testimonianza del loro amore, perché la biblioteca non è una mera sequenza di scaffali, ma un luogo della comunità, dove ogni giorno nascono dialoghi, si tessono amicizie fra i viventi e gli uomini del passato, fra lettori e lettori, scrittori e lettori.

E questo amore, questa manifestazione personale d’affetto continua ad arrivare con i tanti che, raccogliendo l’invito lanciato da “Galeotto fu il libro”, si sono impegnati a raccontare la propria “storia d’amore”: per il sapere, la lettura, la biblioteca. “Mi sembra sempre un grande dono – scrive Lori – un grande privilegio portarmi a casa i libri che volevo e anche qualcuno in più che mi ispira” perché, come scrive Daniele, “Galeotto fu quel libro come fui io a rubarlo dai tuoi occhi, dai tuoi sorrisi e da quel sì che ha iniziato tutto… “

C’è ancora tempo per partecipare a questo momento collettivo, scrivendo fino a lunedì 8 aprile la propria storia d’amore (massimo 10 righe) a gambalunghiana@comune.rimini.it precisando nell’oggetto “Galeotto fu il libro”.

Il 23 aprile, festa di compleanno della Biblioteca Gambalunga, queste “storie” saranno le missive che i cittadini si scambieranno nel loro abbraccio alla Biblioteca.