Parma

Dal programma europeo “PRIMA” 380 mila euro all’Università di Parma

Finanziato il progetto internazionale CHANGE-UP focalizzato su agroecologia e sostenibilità nell’area mediterranea. Coordina l’Ateneo

PARMA – Si chiama CHANGE-UP, è focalizzato sui temi dell’agroecologia e della sostenibilità ed è un progetto vincitore nell’ambito del programma europeo “PRIMA – Initiative Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area”, Call 2020. L’Ateneo di Parma ne è coordinatore.

Nell’ambito del topicFarming system”, il progetto è realizzato da una partnership internazionale che vede in campo oltre all’Italia, Francia, Algeria, Tunisia e Marocco. L’ente finanziatore per i partner italiani (UNIPR e CREA) è il Ministero dell’Università e della Ricerca – MUR, che per le attività assegnerà all’Università di Parma circa 380mila euro. Coordinatore del Progetto Internazionale e Responsabile Scientifico per l’Ateneo è Gianni Galaverna, ordinario di Chimica degli Alimenti al Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco.

A far parte della cordata è, per l’Università di Parma, il gruppo di ricerca con Gianni Galaverna e Chiara Dall’Asta, del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, Giovanna Visioli del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, Filippo Arfini, Nadia Monacelli e Deborah Beghè del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali. A questi docenti vanno aggiunti anche numerosi giovani ricercatori, borsisti e dottorandi dell’Ateneo.

L’obiettivo di “CHANGE-UP – Innovative agro-ecological APProaches to achieving resilience to climate CHANGE in Mediterranean countries è ridisegnare sistemi agricoli innovativi per l’area mediterranea più resilienti ai cambiamenti climatici e in grado di affrontare e superare eventi avversi e imprevedibili, garantendo al contempo la sicurezza alimentare e il reddito sostenibile degli agricoltori e promuovendo un uso più sostenibile ed efficiente delle risorse naturali per preservare l’integrità degli agroecosistemi. Tutto questo è particolarmente urgente considerando le implicazioni socioeconomiche dei cambiamenti climatici attuali e futuri quali la povertà, l’insufficiente disponibilità di alimenti e i fenomeni migratori ad esse connessi. CHANGE-UP implementerà un quadro sperimentale per testare, nei paesi del bacino del Mediterraneo, sistemi di coltivazione di cereali innovativi, meno esigenti in termini di risorse e basati sulla promozione della biodiversità, più resistenti ai vincoli ambientali e all’imprevedibilità dei cambiamenti climatici, considerando attentamente le catene del valore e le politiche agricole dei vari paesi. La strategia tecnologica prevede l’integrazione delle popolazioni evolutive di cereali (EP – orzo, frumento tenero, grano duro, triticale) in rotazione colturale con una gamma di leguminose e di nuovi grani perenni (NPG, linee di grano perennante, in grado di ricrescere autonomamente per alcuni anni dopo la prima semina).

Nel progetto sono coinvolti altri 3 centri di ricerca europei, ovvero CREA (Italia), CNRS e CIRAD (Francia), e 3 centri di ricerca del Nord-Africa, ovvero INRAA (Algeria), INRAT (Tunisia) e FPL-UAE (Marocco).

 

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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