Bologna

Dal 9 ottobre in esposizione a MAMbo “Senza Voto”di Fabrizio Pellegrini

Un’opera d’arte contempranea dedicata al mondo della scuola, con le sue complessità e le sue sfide

BOLOGNA – Il mondo della scuola, con la sua complessità, le sue sfide e le sue contraddizioni, è al centro di Senza voto, opera concepita dall’artista Federico Pagliarini, in mostra al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dal 9 ottobre al 20 novembre 2016.
Ad anno scolastico appena iniziato, per affrontare con spirito propiziatorio l’inizio delle lezioni, il museo dedica a coloro che nell’universo scolastico sono coinvolti la presentazione di un’installazione che evoca – con un’ambientazione allusiva – la sacralità che circonfonde il luogo in cui vengono custoditi i registri scolastici, diari della vita quotidiana di professori e allievi consacrati alla fatale finalità del giudizio. L’inaugurazione, aperta al pubblico, si tiene sabato 8 ottobre alle ore 18.00, negli spazi della Collezione Permanente MAMbo.

L’opera ospita una rassegna di dieci brevi video da guardare in sequenza, nei quali l’artista celebra alcuni momenti topici dell’anno scolastico, proseguendo con questa nuova serie un ciclo iniziato molti anni fa, al momento in cui assunse una cattedra in un liceo artistico lombardo.
Esercizi di sintesi di situazioni, rapporti, eventi ricorrenti e stereotipi legati al mondo scolastico, i fulminei video che Pagliarini ha realizzato negli anni hanno avuto un successo virale sul web per il loro carattere ironico e poetico, in grado di sciogliere in un momento di deliziante straniamento catartico la quotidianità, la monotonia, i paradossi, i brevi entusiasmi, i sogni e gli incubi che attraversano il sistema dell’istruzione in Italia.

Realizzate inizialmente con mezzi molto semplici, le clip di Pagliarini si sono raffinate negli anni anche dal punto di vista narrativo, con l’aggiunta di altri “attori” oltre all’insegnante/artista protagonista, talvolta incarnati da colleghi e studenti, talvolta costituiti da semplici oggetti di uso comune nella scuola, come gli zaini o come Cattedra, scrivania in miniatura che, come un animale da compagnia, segue il docente anche in ambienti e orari extra-lavorativi.
Spesso articolati intorno a un rapporto quasi enigmistico di illuminamento reciproco fra immagini e giochi di parole, i video di Pagliarini si insinuano al confine fra gag comica e pura suggestione poetica, fra video d’artista e sit-com.
Un’infinità di riferimenti colti si interseca ai paradigmi espressivi della cultura di massa – presenti anche nei lavori antecedenti dell’artista – assumendo fin dal principio lo schermo come dimensione per eccellenza della visibilità contemporanea.
In chiusura della mostra, il 19 novembre alle ore 17.00, nella Sala Conferenze del MAMbo si terrà un incontro con l’artista, con la presentazione di una selezione delle “puntate precedenti”.

Federico Pagliarini, classe 1971, dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna si dedica all’attività artistica fino al 2001, quando “rinasce” come insegnante nel liceo artistico B. Munari di Crema. Fare scuola diventa il suo banco di prova per fare arte. L’insegnante è fatto della sua stessa materia e, perciò, nel suo caso, coincide con l’artista, che crea ciò che insegna e con ciò che insegna. E così la scuola e le sue componenti, reali e metaforiche, entrano nella sua produzione fotografica e video come espedienti per una narrazione metalinguistica della creazione artistica. Materia di base del suo lavoro è il corpo docente, il cui compito è performare per definizione, trasformando così l’attività didattica curriculare in occasione espositiva permanente.
Convinto che, mai come in questo momento, il mestiere di insegnare abbia bisogno di essere messo in bella mostra, dal 2013 porta avanti il progetto “insegna”, che consiste nel piantare le insegne dell’insegnamento (delle insegne luminose con su scritto insegna) in varie scuole italiane.

Ingresso mostra: con biglietto Collezione Permanente MAMbo, € 6 intero, € 4 ridotto, gratuito per titolari Card Musei Metropolitani Bologna.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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