Parma

Dal 9 aprile all’Università di Parma un nuovo ciclo dei “Martedì interlinguistici”

chiostro – dazeglio – foto dal sito dell’università di parma

Organizzati all’interno dell’insegnamento di Interlinguistica. Primo appuntamento nell’Aula A1 del Plesso D’Azeglio

PARMA – È al via un nuovo ciclo dei Martedì interlinguistici, gli appuntamenti nati all’interno dell’insegnamento di Interlinguistica dell’Università di Parma per avvicinarsi agli interessi di studentesse e studenti, che tengono conversazioni aperte al pubblico. Gli incontri, rivolti a tutte le persone interessate, si terranno il 9 e il 23 aprile, il 7 e il 21 maggio nel Plesso di via D’Azeglio e nel Plesso Aule K, sempre alle 17.30.

Il 9 aprile nell’Aula A1 del Plesso D’Azeglio, nell’incontro dal titolo L’altra ipotesi. Edward Sapir e la IALA, relatore sarà Giovanni Di Stefano, laureato in Lettere moderne all’Università di Parma, titolare di un Master di II livello in Artificial intelligence for human science all’Università di Napoli Federico II e oggi docente di discipline umanistiche negli istituti secondari. Sarà lui a presentare la particolare figura di un linguista umanista, fautore tra l’altro del relativismo linguistico, e, nel primo dopoguerra, tra gli animatori dell’International Auxiliary Language Association, organizzazione volta all’analisi, promozione e divulgazione di una lingua ausiliaria.

Il 23 aprile, nell’Aula K3 del Plesso Aule K di via Kennedy, focus su Quendi di Arda. Sul multilinguismo nella creazione letteraria di Tolkien con Andrea Sello, laureato magistrale in Letterature moderne, comparate e postcoloniali all’Università di Bologna (tesi di taglio filologico sullo stile letterario di Tolkien), e relatore, nel 2021, sul tema “Le Metamorfosi in Ovidio e Tolkien” al convegno “Tolkien e l’Antichità Classica”. Ne Il Signore degli Anelli molti popoli abitanti della Terra di Mezzo sono caratterizzati da idiomi che si sono influenzati a vicenda. Per favorire il dialogo viene postulato il ‘Westron’, una lingua franca per agevolare il dialogo. Allo stesso tempo, però, ogni popolo continua a distinguersi per le sue specifiche parlate, e alcuni personaggi prendono consapevolezza della sfida di superare il gap della barriera linguistica.

L’incontro del 7 maggio, nell’Aula B del Plesso D’Azeglio, affronterà il tema AI e glottopoiesi: creare lingue con ChatGPT. A parlarne sarà Matteo Cloriti, neolaureato triennale in Lettere moderne all’Università di Parma con una tesi sui rapporti intercorsi tra movimento esperantista italiano e regime fascista (tema che ha presentato al convegno internazionale “herències/ legacies” a Barcellona e al recente convegno internazionale tenutosi a Cremona).  La conversazione nasce dalla volontà di approfondire le implicazioni della nuova tecnologia delle IA nell’ambito della creatività linguistica.

Jabberwocky: un nonsense plurilingue è il tema dell’ultimo incontro in programma per il 21 maggio nell’Aula C del Plesso D’Azeglio. “Jabberwocky” è un testo poetico scritto da Lewis Carroll nel 1871 e inserito nel romanzo Through the Looking-Glass, and What Alice Found There, caratterizzato dal fatto che la maggior parte delle parole utilizzate sono un’invenzione dello stesso Carroll. Alessandro Borile, attualmente iscritto al corso di laurea magistrale in Lettere classiche e moderne all’Università di Parma, condurrà un’analisi contrastiva in ambito traduttologico, che si concentrerà sul lessico utilizzato all’interno della poesia.

Per maggiori informazioni: davide.astori@unipr.it

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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