Consiglio comunale, l’intervento del sindaco Matteo Lepore sul passante di nuova generazione

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BOLOGNA – L’intervento del sindaco Matteo Lepore sul passante di nuova generazione:

“Grazie presidente, buongiorno a tutte le Consigliere e i Consiglieri, mi scuserete se utilizzerò il modello piazza per il mio intervento, ma è la prima volta che accade. Sono tanti infatti i materiali che abbiamo a disposizione, sono tanti gli anni che ci hanno permesso di approfondire il progetto del Passante di nuova generazione. Questo è il nome che noi abbiamo scelto come maggioranza candidandoci alle elezioni, abbiamo scelto di dare un nome a questo progetto perché pensiamo che sia importante comunicare molto bene quali sono gli obiettivi politici che siamo riusciti ad ottenere in questo Passante della storia. E dico della storia perché siamo di fronte almeno a tre campagne elettorali che hanno visto al centro della proposta programmatica di chi ha vinto le elezioni, ma anche di chi non le ha vinte, la proposta che riguarda gli interventi sul Passante autostradale. Con questo progetto non si realizza il Passante nord, e questo io credo sia un risultato politico molto importante. Con questo progetto non si realizza il Passante sud, e credo che questo sia un progetto politico molto importante. Con questo progetto finalmente si interviene sull’autostrada di Bologna, il passante autostradale, che è stato realizzato decenni fa e che da allora ha avuto piccoli interventi che non hanno risolto per nulla alcune questioni che per noi sono fondamentali. In primo luogo la sicurezza stradale; guardate noi come amministratori ci troviamo quotidianamente di fronte a questioni che riguardano l’urgenza per intervenire sulla sicurezza stradale e parlo di preciso dell’autostrada e della tangenziale. Spesso si discute sul consumo di suolo che questo intervento andrà a fare. Ecco io penso che noi non saremo di fronte a quelle autostrade californiane a venti corsie che andranno ad invadere il territorio. Oggi siamo invece di fronte ad una autostrada e ad una tangenziale che in molte parti ha dei forti problemi di sicurezza stradale e i fatti che hanno colpito il nostro territorio lo dimostrano. Ci sono svincoli che se oggi dovessero essere progettati nessuno si azzarderebbe ad immaginare così, ci sono passaggi di mezzi pesanti che mettono a rischio l’incolumità delle persone, e purtroppo questo è già successo e lo abbiamo visto, che non possono più essere tollerati, uso questo termine. Allora, la scelta che noi abbiamo di fronte per quanto riguarda ad esempio la sicurezza stradale è: fermiamo l’autostrada e il passaggio delle auto di un nodo strategico europeo su cui passano milioni di veicoli ogni giorno o mettiamo mano a quello che esiste? Io penso che noi dobbiamo intervenire e dopo più di vent’anni di dibattito democratico e sviscerato da ogni punto di vista, gli interventi e tutti gli scenari possibili e immaginabili, noi oggi in questo Consiglio, ovviamente dopo la discussione che giustamente oggi prenderà tutto il suo spazio, assumeremo una decisione. Una decisione che appunto è stata evidenziata anche dall’assessora Orioli, non riguarda il se ma il come, non riguarda di per se un ok ad un’opera ma anzi alla sua collocazione urbanistica e, grazie al lavoro politico che è stato fatto in questi ultimi due anni e in particolare negli ultimi mesi, a quegli importanti interventi che si collegano alla Conferenza dei servizi per ottenere dei miglioramenti che sono fondamentali per la vita della nostra città. Interventi che riguardano appunto la sicurezza stradale, che riguardano la mitigazione ambientale, che riguardano tutto ciò che concerne la salute dei cittadini. Noi oggi di fatto portiamo a casa un risultato che vale più di un miliardo di euro, perché il progetto che nello scorso mandato ci era stato consegnato dal governo nazionale, diciamo governato dalle destre, era un progetto che costava molto meno, costava poco meno della metà e che non aveva tutti quegli interventi che oggi voi trovate nella progettazione molto importante che abbiamo presentato come nostre osservazioni alla Conferenza dei servizi. La Conferenza dei servizi che si dovrà pronunciare una nuova volta, ma per fortuna la volta definitiva, perché dopo questa collocazione urbanistica questo Consiglio comunale avrà altri compiti, cioè quello di monitorare la partenza dl progetto, i cantieri, tutte le questioni sanitarie, le questioni ambientali e avranno finalmente uno strumento, ed è questo il secondo obiettivo che noi portiamo a casa credo con orgoglio, quello di avere un osservatorio ambientale, noi proponiamo sul modello simile a quello che ci fu per l’alta velocità, un osservatorio che peraltro ha visto i Quartieri partecipare a Bologna in maniera molto forte, con anche la rappresentanza dei comitati, la rappresentanza dei cittadini, di realtà indipendenti. Io mi ricordo venni eletto Consigliere di Quartiere al Savena e a San Ruffillo potevamo fare incontri di alcuni gruppi di lavoro dell’osservatorio sui lavori dell’alta velocità che tanto hanno cambiato anche durante il corso dei cantieri la destinazione di quell’opera. Qui ci sono Consiglieri comunali che prima facevano i Presidenti di quartiere. Quante volte il progetto di cantierizzazione dell’alta velocità si è modificato grazie al lavoro dell’osservatorio che le istituzioni erano riuscite ad ottenere con le ferrovie in quel periodo? Molte volte. Ci sono opere che sono state introdotte, varianti che sono state introdotte durante quel percorso grazie alle battaglie che questa città ha fatto durante i cantieri dell’alta velocità, che sono durati tantissimo tempo, per cui il lavoro non è affatto finito, anzi inizia adesso. Perchè mentre prima, come la tela di Penelope, questo Passante era sempre lì e continuava ad inquinare, era una cosa che veniva contemplata ma nessuno faceva niente. Finalmente questa Giunta, questo Consiglio comunale, si assumono la responsabilità di iniziare a fare qualcosa, di uscire dalla stanza dove ci sono, diciamo così, i proci che sfilano, e finalmente cominciano a rimboccarsi le maniche, si fanno partire i lavori e ci si comincia ad assumere delle responsabilità. E nelle sedi più opportune: cioè quelle dell’osservatorio ambientale, della parte sanitaria, dell’installazione di tutti i ricettori, dei sensori che ci permetteranno di monitorare l’andamento dei cantieri e poi dell’autostrada, inizieremo con dei dati alla mano a dialogare con chi deve realizzare l’opera, non più per ipotizzare tra vent’anni dei miglioramenti o degli ipotetici cantieri, ma finalmente dove si può intervenire con delle leve vere, di progetto, di cantiere, per poter condizionare il futuro di questa città in positivo. E sarà lì che noi potremo intervenire sul terzo obiettivo che in parte noi qua abbiamo saputo cogliere, che è quello ambientale. Nessuno può dire che il miglior modo di cogliere gli obiettivi di transizione ecologica, e dico di più anche di visione ecologica, ecologista del nostro territorio può essere quello di osservare semplicemente la natura, perché o noi contempliamo la natura e la lasciamo andare com’è, allora di fatto il nostro lavoro non serve a nulla, e c’è anche chi lo sostiene. C’è anche chi sostiene che semplicemente noi dovremmo osservare la natura fare il suo corso e noi non dovremmo intervenire in nulla, oppure cerchiamo di fare del nostro meglio, di trovare l’equilibrio dell’eco-sistema urbano, un’eco-sistema urbano così complesso come quello bolognese e metropolitano, dove ci sono stati interventi nel passato che non hanno avuto gli stessi strumenti che noi stiamo mettendo in campo adesso. Pensiamo alla Variante di valico, pensiamo a tantissimi altri interventi che sono stati fatti nel nostro territorio metropolitano. Se quegli interventi avessero avuto le cose che noi stiamo approvando oggi in questo documento, probabilmente tanti ambientalisti e tanti ecologisti avrebbero potuto dire la loro con molta più forza, avrebbero potuto ottenere dei punti di equilibrio che altrimenti non si sono trovati. Oggi, grazie alle mitigazioni, grazie alle risorse, e grazie in particolare all’accettazione da parte di autostrade e del governo della fase due, noi apriamo uno scenario nuovo, che non è più quello semplicemente di fare il Passante e punto. Ma è quello innanzitutto di riconoscere che il Passante autostradale esistente è causa di circa il 40% delle emissioni nocive sulla nostra città, di riconoscere un problema e di affrontarlo. In secondo luogo di impostare circa un miliardo di investimenti sulle mitigazioni, la riforestazione e la gestione di tutto il contesto, anche portando nuove infrastrutture complementari a quest’opera, e di avere un tavolo, finalmente – Fase 2 – che certo va gestito e conquistato, come tutte le cose nella vita, ma dove noi potremo finalmente avere la possibilità di discutere come quegli investimenti vengono messi a terra, che tipo di idea della riforestazione urbana vogliamo promuovere nel nostro territorio. Io sono convinto che anche tra gli ambientalisti, gli ecologisti e gli studiosi, se noi volessimo affrontare la discussione di cosa significa rinaturalizzare il nostro territorio, il dibattito sarebbe ampio, ci sarebbero posizioni diverse. La differenza tra noi e gli attivisti, appunto, che sono persone che io stimo e che in tanti si sono anche candidati, e li ringrazio, nella nostra maggioranza, è quella che qui, in questo ruolo, sta la responsabilità di chi sceglie, non solo di chi fa testimonianza. Ecco perché, dopo oltre vent’anni, qui oggi, ora, decidiamo, ci assumiamo la responsabilità. E lo facciamo con intelligenza, non di chi dopo questo voto sparirà e non si occuperà più di questo tema, come spesso la politica fa, ma di chi oggi decide di assumersi una responsabilità per essere, dal giorno dopo, là dove serve per migliorare le cose, perché è solo con questa idea della politica, delle istituzioni, che si possono migliorare le condizioni di vita delle persone, in questa continua transizione che deve vedere i territori italiani così densamente abitati, affrontare delle sfide che sono epocali.

Come si può pensare di affrontare le grandi questioni che riguardano la neutralità climatica, così come la convivenza con l’ecosistema che abbiamo attorno in un Paese industriale dove la maggior parte della mobilità delle merci avviene ancora su gomma e con mezzi inquinanti? Può Bologna da sola decidere cosa passa dall’autostrada A14? Non può farlo, non può farlo perché è un nodo europeo e nazionale. Può Bologna da sola decidere che tutte la merci che devono essere trasportate vadano su ferro e non su gomma? Non può farlo. Ma Bologna può, per la propria parte, decidere un’inversione di marcia, che speriamo possa servire a promuovere scelte più illuminate a livello nazionale ed europeo. La nostra scelta ad esempio di mantenere le azioni di Interporto, e di investire sul polo ferroviario di Interporto, va in questa direzione. La scelta importante di mettere nel nostro programma, e ho visto anche negli ordini del giorno presentati, l’obiettivo del Servizio Ferroviario Metropolitano, va in questa direzione. Anche il Servizio Ferroviario Metropolitano rappresenta una di quelle discussioni decennali, storiche, che il nostro territorio ha portato avanti e certo, il centrosinistra non è stato in grado fino adesso di realizzarlo. Una battaglia che ho scoperto recentemente essere anche del centrodestra, quindi benissimo, sarebbe importante fare fronte comune e ottenere dei cambiamenti, e i cambiamenti, visto che con alcuni del centrodestra siamo pure al Governo assieme, riguardano le ferrovie e le reti ferroviarie italiane. È scritto molto bene in questo ordine del giorno, e mi piacerebbe che su questo, visto che so che oggi le opposizioni prenderanno molto tempo per spiegare le loro ragioni, riuscissimo non solo a dirci quali sono i punti che ci dividono, ma anche quelli che ci possono unire. È vero o no, che su Bologna c’è una duratura incapacità da parte di Ferrovie di arrivare al punto su tantissime questioni, da quelle urbanistiche a quelle delle infrastrutture. Io penso di sì. Può essere l’occasione questa di un Comune e di una Città metropolitana che si assumono le proprie responsabilità nell’ambito del Passante per chiedere che la Regione maggiormente possa insieme a noi per impegnarsi per rafforzare il Servizio Ferroviario Metropolitano? Beh questa è una questione del nostro quarto obiettivo che abbiamo inserito in questo percorso che io reputo fondamentale che abbiamo inserito nella delibera, che abbiamo già ottenuto dal parte della Regione Emilia-Romagna un pronunciamento importante non sufficiente io credo nel Prit, ma livello di Presidenza e di Assessorato alla Mobilità e Trasporti c’è stato su questo un pronunciamento importante e si richiama la necessità di affrontare con RFI e con Trenitalia maggiori investimenti su tutto ciò che riguarda il Servizio Ferroviario Metropolitano che non può essere soltanto l’attraversamento del nostro territorio deve essere il collegamento e il completamento delle stazioni ferroviarie che devono permettere a noi di fare che cosa? Di affrontare in modo completo quella transizione dalla mobilità che inquina – la dico in maniera semplice – a quella più sostenibile. Significa convincere, non costringere, convincere milioni persone che attraversano il nostro territorio a farlo con il trasporto pubblico e non con quello privato. Significa convincere una percentuale della popolazione a andare al lavoro a piedi o in bicicletta. Significa collegare con un unico biglietto, un sistema di trasporto e quindi anche un sistema commerciale, quelli che sono i servizi della mobilità sostenibile di tutto il territorio metropolitano con il capoluogo e gli altri Comuni. Significa collegare quelle Unioni dei Comuni che oggi sono tagliate fuori totalmente da tantissimi servizi e che spesso danno un nome alla loro esigenza: la strada col cemento, a cui noi dobbiamo saper dare una risposta più evoluta. Perchè quando, giustamente, un piccolo Comune chiede di essere collegato, propone una soluzione. E spesso la soluzione è: asfaltiamo. Sta a noi, la Città metropolitana, sta a noi che abbiamo in mano il Piano della Mobilità Sostenibile, raccogliere quell’esigenza e trasformarla in una soluzione più sostenibile. Ecco perché da questa collocazione urbanistica del Passante, grazie agli interventi che abbiamo inserito, grazie al PUMS che abbiamo votato in questi anni, grazie alla scelta del Tram, grazie all’impulso che stiamo dando sul Servizio Ferroviario Metropolitano, grazie alla scelta di una città 30 nei Quartieri, noi stiamo cambiando il modo di muoversi non solo dei bolognesi ma soprattutto di chi si muove in questa città. Ecco perché non si può non vedere come la discussione che noi facciamo oggi, che portiamo alla conclusione oggi, è strategica per il futuro di Bologna. Ed è un cambiamento paradigmatico. Probabilmente non sufficiente per alcuni, ma certamente paradigmatico rispetto a quelli che sono gli obiettivi sociali e di sostenibilità ambientale che ci siamo dati. Di fronte a noi queste erano le scelte che avevamo, non altre. Perchè non solo noi non vogliamo fare ancora melina attorno al Passante. Non siamo proprio d’accordo rispetto al Passante Nord e al Passante Sud. Dunque riaprire la discussione dopo 3 campagne elettorali su questo io credo sarebbe stato davvero ingeneroso per non usare un altro termine. E qui oggi voglio ringraziare tutta la maggioranza e anche la minoranza che oggi esprimerà il proprio dissenso. Perchè credo sia stato fatto un lavoro importante. Ci sono forze politiche che sono riuscite in questa Aula tuta la campagna elettorale a portare avanti delle istanze che sono all’interno del progetto definitivo che abbiamo oggi presentato. E fino all’ultimo momento hanno partecipato alla composizione di una proposta che trovate anche in un ordine del giorno. Io credo sia stato fatto un lavoro serio, un lavoro approfondito, un lavoro che per la prima volta è riuscito ad incidere in maniera seria e alta anche su quelle che sono le scelte di politica nazionale e regionale. Vorrei evidenziarlo da ultimo questo aspetto: più volte sono state fatte firme e incontri altisonanti su grandi infrastrutture che riguardano il nostro territorio. Ma diciamoci la verità: questo voto è il primo voto che ha un valore nazionale sulle infrastrutture. E’ il primo voto in cui il Consiglio comunale, certo con difficoltà, anche con punti di vista diversi, viene a svolgere un ruolo che gli è proprio, che è quello di indirizzo e di scelta. Altre volte ho sentito discutere, quando ero assessore in questo Consiglio comunale, del fatto che la Giunta esautorava il Consiglio delle scelte fondamentali del Passante. Non credo che si possa dire che in questo caso il Consiglio sia stato esautorato. Noi abbiamo scelto di portare questa decisione, anche se si poteva evitare, in Consiglio. Abbiamo scelto che la politica dicesse quello che pensava. Abbiamo scelto la via più scomoda ma pensavamo e pensiamo tutt’ora che questo sia l’investimento politico più duraturo che possiamo fare, Non tanto sulla nostra maggioranza ma sulla nostra città. Perchè è con questa scelta che Bologna recupererà reputazione nei confronti delle istituzioni nazionali, di tanti investitori, di tanti operatori economici che non riescono più neanche a sentire la parola Passante, perchè non si capacitano come mai, ormai da 3 mandati, si discute, si mette nei programmi e non si decide mai nulla. Ecco perché oggi siamo chiamati a questo voto. Ecco perché vi ringrazio del lavoro che avete fatto e che faremo anche oggi, motivo per cui seguirò questa discussione e ovviamente anche io parteciperò al voto. Grazie.”