Consiglio comunale, l’assessore Luca Rizzo Nervo ha ricordato Stefano Pieralli, l’attivista Lgbtqia

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BOLOGNA – In apertura della seduta di ieri del Consiglio comunale, l’assessore a Welfare e salute Luca Rizzo Nervo ha ricordato in aula Stefano Pieralli, l’attivista Lgbtqia+ scomparso ieri.

“Grazie Presidente,
intervengo a nome di tutta la Giunta esprimendo un sentimento corale di tutti i colleghi.
Nella giornata di ieri siamo stati tutti raggiunti da una notizia molto dolorosa. La morte di Stefano Pieralli, 57 anni, di cui oltre 40 trascorsi da attivista per i diritti delle persone, voce potente e a volte scomoda della comunità LGBT e delle sue grandi battaglie, educatore sociale nel campo della riduzione del danno, lascia la nostra città più povera di una voce autonoma, libera, intransigente e insieme straordinariamente generosa.
Un’esistenza quella di Pieralli che è stata paradigma di una militanza capace di costruire tanto, di tradurre la testimonianza, la visione, le idee, in progetti concreti per la libertà e l’emancipazione delle persone, contro ogni discriminazione, contro ogni stigma, contro l’ignoranza che ferisce e umilia. Senza fare sconti, in primis a se stesso. Ma altrettanto senza lesinare un consiglio, un’analisi, un sapere.

Stefano Pieralli ha insegnato a molti a guardare in faccia la realtà per quella che è, chiamandola con il suo nome, senza ipocrisie e cerimoniose mediazioni di forma. Spronando a non rimanere alle evocazioni di principio ma ad affrontare i nodi reali che troppo spesso legano nell’ingiustizia l’esistenza delle persone.
Lo ha fatto conducendo battaglie controcorrente, anche all’interno della stessa comunità LGBT, allargando la cultura dei diritti della nostra città anche ad ambiti meno frequentati, meno ovvi, più solitari, come ad esempio nella lotta alla sierofobia, contro lo stigma verso le persone sieropositive.
Un uomo di grande intelligenza, capace di unire come nella meravigliosa costruzione della realtà associativa di Plus, di cui è stato visionario fondatore, ma anche di rompere, di “ribaltare il tavolo”, di chiamarsi fuori, laddove non condivideva, in una autenticità a volte ruvida ma mai cinica, senza mai fare buon viso a cattivo gioco, senza la necessità ostentata del politically correct,
accompagnando però la critica sempre ad un impegno autentico per un’alternativa possibile.
Un uomo che studiava, con una capacità di analisi profonda, che trovava forse origine in una passione politica antica, ancorata a quei tempi in cui gli argomenti erano forti o non erano, il pensiero era frutto di studio e analisi o non era, le idee prendevano del posto, un posto spesso scomodo, oppure non valevano.

Stefano Pieralli sapeva vivere il conflitto come pratica generatrice senza l’appendice dell’odio dell’altro. Tranchant nelle convinzioni, ma non di meno attento agli altri.
Stefano è stato un combattente. Lo è stato incessantemente lungo la sua vita interprete di battaglie di giustizia, di libertà, di salute, di dignità di tutte le persone. Ed è stato un combattente anche in questi ultimi mesi dolorosi di malattia, dove la crescente consapevolezza non si è fatta rabbia distruttrice, ma ha continuato ad essere impegno, pensiero, certo anche sempre critica severa. E sempre progetto, nei modi e nelle forme che la malattia consentiva, ma in modo non meno determinato, pungente, incalzante ed esigente come era Stefano.
Con Stefano ho fatto mille discussioni, confronti serrati ma mai banali. Perché Stefano era un uomo che ti metteva davanti le proprie idee senza reticenze, senza mediazioni. Ma insieme era una persona di straordinaria umanità capace di leggere in profondità gli altri e di rispettarne il punto di vista, pur non rinunciando mai, ma proprio mai, alla dialettica del confronto. Con Stefano abbiamo lavorato, fianco a fianco, per rendere possibile la nascita del primo checkpoint italiano, di cui Stefano spesso mi ricordava con orgoglio i numeri e il successo crescente. E dove Stefano dedicava tempo in un counseling fra pari straordinariamente prezioso.

Bologna, il Paese tutto, perde una persona di immenso valore, di immensa umanità, un uomo di parte, ma di una parte che coincideva sempre con i diritti di chi diritti ne ha meno, una persona che ha scelto di dedicare la propria intera vita a chi vede disconosciuti diritti e libertà.
E che vogliamo oggi, ma direi soprattutto da oggi in avanti, ricordare nella coerenza del sostegno ai progetti in cui Stefano ha tenacemente creduto, a partire da quel BLQ Checkpoint, che è meraviglioso luogo di incontro, di ascolto, di salute e di partecipazione comunitaria agli obiettivi di salute, proseguendo poi con il network internazionale delle Fast Track Cities cui Bologna, proprio grazie all’impegno di Stefano e di Plus, è entrata a far parte il primo dicembre 2022.

L’Amministrazione comunale di Bologna tutta, come ha già fatto il Sindaco Lepore ieri, rivolge il più profondo cordoglio e le condoglianze alla famiglia di Stefano Pieralli, alla sua mamma, ai suoi compagni di Plus e a tutte le persone che hanno perso un amico, una persona speciale che mancherà a tutti noi”.