“Che forma hanno le nuvole?” il 6 gennaio al Teatro Piccolo Orologio

46
Che forma hanno le nuvole – Teatro Industria Scenica

REGGIO EMILIA – A tutti, almeno una volta nella vita, è successo di sentirsi invisibili. È ciò che accade da qualche tempo a Nemo: nessuno lo considera, i maestri lo ignorano, nessuno lo sceglie per giocare a palla avvelenata o per sedersi accanto a lui, a mensa.

Avere 8 anni, due genitori affettuosi e una sorella gemella, Vera, con la quale condividere mille avventure, può non bastare più quando, all’improvviso, il mondo intero sembra non essere ormai un posto accogliente. Di più: quando tutti ti detestano, al punto tale da smettere semplicemente di vederti.

È così che, un giorno, Nemo scopre finalmente la verità: nessuno lo odia veramente perché, a quanto pare, nessuno sa nemmeno che esiste. Nessuno, tranne Vera.

Lei sì che lo vede. Ben presto tutto è chiaro: lui è il suo amico immaginario. Certe rivelazioni possono mandare in frantumi il tuo mondo, per come lo hai sempre immaginato. Si rivolge quindi a Vera, chiedendole di aiutarlo a essere libero, ad essere pienamente se stesso. Inizia così un viaggio ricco di sorprese e poesia, come solo la vita sa essere.

Ruota intorno alla ricerca di se stessi Che forma hanno le nuvole?, spettacolo di Serena Facchini e Ermanno Nardi, con Serena Facchini e Daniele Pennati, prodotto da Industria Scenica. La pièce sarà in scena venerdì 6 gennaio, alle ore 17 al Teatro Piccolo Orologio, in via Massenet 23, a Reggio Emilia.

La magia della messa in scena, un invito per tutta la famiglia, nasce dall’incontro tra le parole e le scenografie di Daniele Pennati e Stefano Zullo: le illustrazioni di Stefano Cattaneo attraversano e accompagnano la narrazione, insieme alle animazioni video di Roberto Polimeno e Stefano Cattaneo, esaltate dalla multimedialità che nasce dal sapiente intreccio di suoni (Federico Mammana), luci (Marco Grisa) e costumi (Elisa Bartoli). L’équipe creativa e la cura nella realizzazione immersiva della storia sono valse allo spettacolo il prestigioso premio In-box Verde (2020) e la selezione finale del Premio Otello Sarzi (2020).

Come può un essere immaginario trovare la libertà? Il cammino è costellato di divertenti avventure, incontri strampalati con colleghi invisibili, gruppi di autoaiuto per amici immaginari, uffici di ricollocamento.

Nemo scoprirà che ciò che più conta non è come appariamo, il nostro aspetto, ma le nostre azioni, come scegliamo di agire e il modo in cui facciamo sentire quelli che amiamo e che plasmano il nostro mondo e le nostre emozioni.

Ecco che l’invisibilità non è più qualcosa che “capita”, ma una scelta: si è invisibili solo se si vuole esserlo. Gli sguardi degli altri sono spesso indissolubilmente legati al modo in cui ciascuno guarda a se stesso, specie in quel momento in cui i bambini si preparano a lasciare parte di quell’identità rassicurante e familiare che li ha accompagnati a lungo, per essere liberi di cercarne una nuova, affascinante quanto misteriosa e sconosciuta.

Frutto della ricerca è la scoperta che ognuno è speciale, bisogna solo saperlo vedere: occorre un allenamento continuo dell’immaginazione che parte dal percorso straordinario di crescita e di costruzione della propria identità che, attraverso gli occhi di Nemo, anche lo spettatore è chiamato a seguire. Come accade con le nuvole: solo per chi è abituato a guardarle attraverso la lente della fantasia queste assumono forme sempre nuove e inaspettate.

INFO E PRENOTAZIONI

Biglietto mecenate: €20, per contribuire con una piccola donazione alle attività del MaMiMò
Biglietto intero €15, biglietto ridotto €13, soci MaMiMò €10

Per informazioni e prenotazioni: www.mamimo.eventbrite.it, biglietteria@teatropiccolorologio.com, www.mamimo.it, 0522-383178, dal lunedì al venerdì, 9:30-13:30 e 14:30-18:30 e nei giorni di spettacolo.

In scena venerdì 6 gennaio alle ore 17 al Teatro Piccolo Orologio, in via Massenet 23 a Reggio Emilia

Che forma hanno le nuvole? – La ricerca dell’identità in uno spettacolo poetico per tutta la famiglia

Immagini e parole per raccontare un’amicizia speciale e un viaggio verso la libertà, lungo quel sottile confine in cui i bambini diventano grandi e abbandonano qualcosa per poter crescere.