Modena

Centro Pasti: una struttura sostenibile e innovativa

Nuovo Centro Pasti, rendering

Risparmio energetico, riduzione delle emissioni e benessere ambientale. E nell’area esterna sarà piantumato un “frutteto didattico” a disposizione delle scolaresche

MODENA – La scelta di centralizzare in un’unica struttura la produzione dei pasti per tutta la ristorazione scolastica è funzionale a garantire un servizio uniforme e rispondente agli standard di qualità e di sicurezza adeguati al tipo di utenza, agevolando e garantendo anche i controlli.

Il nuovo Centro Pasti di Modena, che sta per essere realizzato grazie a un investimento privato su un lotto di terreno concesso a titolo oneroso dal Comune, si trova accanto all’attuale Centro pasti di proprietà comunale, che da 30 anni sforna circa 8 mila pasti al giorno e presenta i segni dell’età dal punto di vista strutturale oltre che da quello dei consumi energetici.

Anche la nuova struttura si colloca dunque nel quadrante Nord-Est del territorio comunale, in un’area caratterizzata principalmente da insediamenti produttivi, servita da una adeguata viabilità, oltre che dalla rete del trasporto pubblico e collegata al sistema dei percorsi ciclabili e pedonali. Nell’area saranno realizzati posti auto pubblici e di pertinenza alla struttura, di cui due attrezzati con colonnine per la ricarica di auto elettriche, oltre che i parcheggi per i veicoli furgonati.

La superficie utile di progetto, sostanzialmente uguale a quella del centro esistente, è di circa 2700 mq, per garantire al nuovo centro cottura una capacità produttiva potenziale di 10.000 pasti. L’edificio sarà costituito da due differenti corpi di fabbrica, il principale destinato alla produzione e il secondario per funzioni amministrative e uffici.

Il nuovo Centro Pasti di Modena intende coniugare sostenibilità e innovazione. Progettato per ottenere la certificazione Leed Silver (Leadership in Energy and Environmental Design) secondo i migliori standard di riferimento in termini di risparmio energetico, riduzione delle emissioni e benessere ambientale interno, sarà un edificio ad alta efficienza energetica, dotato di sistemi impiantistici che prevedono l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. Tra questi, un campo fotovoltaico in grado di sopperire a circa il 65% del fabbisogno energetico annuo complessivo della struttura.

Gli impianti previsti consentiranno di ridurre al minimo i costi di manutenzione con apparecchiature ad alta efficienza e affidabilità e un sistema di regolazione e controllo consentirà il monitoraggio dei consumi. Anche le attrezzature di cottura, preparazione e mantenimento all’interno del centro saranno ad alta efficienza energetica e dotate di tecnologia industria 4.0 connettibili al sistema generale di monitoraggio e gestione del centro.

Rifiuti organici e oli esausti saranno conferiti a un impianto specializzato di digestione anaerobica, da cui si originano compost e biometano; l’olio vegetale esausto verrà destinato a un impianto di bioraffineria per la produzione di biodiesel che, in ottica di economia circolare, compenserà le emissioni dei mezzi utilizzati per il trasporto dei pasti verso le scuole.

Nelle aree esterne il progetto prevede la realizzazione di un impianto di laminazione e di recupero delle acque piovane, impiegate poi per l’irrigazione delle aree verdi. In particolare, il progetto di mitigazione ambientale dell’intervento, che prevede una consistente implementazione del verde, è volto a garantire una sorta di “cuscinetto” verde a protezione dell’area agricola a sud e residenziale a ovest. In ambito di mitigazione, saranno inoltre limitati i livelli di rumore sia interni al fabbricato, per il benessere degli addetti che vi lavorano, sia esternamente nei confronti degli insediamenti adiacenti.

La progettazione del verde non si limiterà ad aumentare le piantumazioni esistenti, ma introdurrà un elemento di novità: la realizzazione di un “frutteto didattico” che accanto alla funzione ambientale ha anche un ruolo culturale e educativo. Specie da frutto, tipiche del territorio (pero abate, melo campanino, prugno modenese, durone nero di Vignola, vitigno lambrusco Sorbara, Salamino e Grasparossa) saranno organizzate in piccole formazioni a filari. Il frutteto sarà a disposizione delle scolaresche per recuperare la conoscenza organolettica, culturale e sociale del patrimonio agroalimentare locale e, nel contempo, garantire la trasmissione di saperi e tecniche di coltivazione.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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