Bologna

Bologna: Question Time, chiarimenti sull’inquinamento atmosferico

BOLOGNA – L’assessore all’Ambiente, Valentina Orioli, ha risposto alla domanda d’attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sull’inquinamento atmosferico. La risposta è stata letta in Aula dall’assessore Gieri.

Domanda d’attualità della consigliera Clancy
“Visti gli allarmanti dati sull’inquinamento atmosferico e i danni attuali e potenziali alla salute della cittadinanza, viste le notizie circa la possibilità di avviare una indagine epidemiologica in merito che darebbe i primi risultati già in dodici mesi, vista la raccolta firme in atto per sostenere una scelta dell’Amministrazione in questa direzione, chiede al Sindaco e alla Giunta:
quale siano le valutazioni dell’Amministrazione a fronte di dati così allarmanti;
quali siano le azioni che si intendono adottare per fronteggiare questa situazione;
quale l’orientamento in merito alla possibilità di avviare l’indagine epidemiologica sui danni da inquinamento”.

Risposta dell’assessore Orioli, letta in Aula dall’assessore Gieri.
“A premessa della risposta giova riprendere alcune considerazioni già presentate in occasione di domande di attualità presentate recentemente sul tema dell’inquinamento atmosferico.
L’Emilia Romagna, insieme all’intero bacino padano, è una delle zone d’Europa dove più forte è il problema dell’inquinamento atmosferico. La qualità dell’aria in Regione è influenzata dalla conformazione della valle del Po che rappresenta una sorta di ‘catino’ naturale che limita la dispersione degli inquinanti emessi sul territorio.
L’accumulo degli inquinanti è accentuato da caratteristiche meteoclimatiche dell’intera Pianura Padana e risente delle emissioni non solo di tutte le città emiliano romagnole ma anche delle altre regioni del bacino: Piemonte, Lombardia e Veneto in particolare.

La conseguenza è di ciò è che per realizzare misure efficaci di riduzione dell’inquinamento è necessario un intervento coordinato fra tutti gli enti locali e le Regioni del bacino padano. Le specificità del bacino padano sono infatti riconosciute anche a livello nazionale, come dimostra, tra l’altro, l’Accordo sottoscritto alla fine del 2013 tra le Regioni e Province autonome del Bacino ed i Ministeri competenti, accordo che costituisce un passaggio fondamentale nelle politiche di risanamento poiché vede l’azione congiunta di tutti i livelli istituzionali e la previsione di misure di carattere nazionale.

Nel giugno 2014 la Regione Emilia Romagna ha adottato il PAIR (Piano Aria Integrato Regionale), che contiene le misure necessarie per ridurre l’inquinamento atmosferico e rientrare nei valori limite fissati dall’Unione Europea. Il PAIR, di prossima approvazione, è il primo piano di livello regionale adottato in Emilia-Romagna per il risanamento della qualità dell’aria, e supera l’esperienza intrapresa fino ad allora degli Accordi di Programma con cui, a partire dal 2002 erano state coordinate con cadenza annuale le misure degli enti locali per ridurre l’inquinamento atmosferico.

Le misure contenute nel PAIR intervengono su tutte le fonti di emissione, coinvolgendo cittadini e istituzioni, imprese e associazioni, e sono articolate in cinque ambiti di intervento principali: le città, la pianificazione e l’utilizzo del territorio, la mobilità, l’energia, le attività produttive e l’agricoltura.
La riduzione delle emissioni attesa con l’attuazione del PAIR, rispetto ai valori del 2010, è pari al 47% per il PM10 e dal 36% per gli ossidi di azoto NOx.
L’obiettivo del Piano è far scendere dal 64% all’1% la popolazione esposta a più di 35 superamenti l’anno per le Pm10 e assicurare il rispetto dei valori limite degli inquinanti atmosferici sull’intero territorio emiliano-romagnolo.

L’Amministrazione comunale è quindi preoccupata dei dati di inquinamento atmosferico, e non lo è da oggi, perché siamo stati fra i primi comuni in regione ad adottare misure di limitazione della circolazione.
Siamo convinti che la strada tracciata dal PAIR per il risanamento della qualità dell’aria sia quella corretta e attuiamo convintamente il piano, consapevoli che l’efficacia del Piano dipende dall’effettivo impegno di tutte le città coinvolte, non solo di Bologna. Le azioni che stiamo attuando sono quindi quelle previste dal PAIR. In primis le azioni di limitazione della circolazione, condivise a livello regionale. L’attuazione di azioni ulteriori e non coordinate su ampia scala non produrrebbe benefici significativi in termini di qualità dell’aria per quanto detto in premessa.

In merito all’intervista alla dottoressa Belpoggi allegata alla domanda di attualità, preme segnalare che il Comune si avvale delle valutazioni che AUSL di Bologna pubblica annualmente dal 2003. Si tratta di un rapporto di valutazione sanitaria della qualità dell’aria a Bologna.

L’ultima edizione pubblicata a novembre 2016, e riferita ai dati 2015, è scaricabile dal sito dell’Azienda USL (a questo link: http://www.ausl.bologna.it/asl-bologna/dipartimenti-territoriali-1/dipartimento-di-sanita-pubblica/apps/epidemiologia-descrittiva/copy_of_pubb-prova/files/VIS-2015.pdf )

La valutazione d’impatto è condotta prendendo in considerazione il PM10, il PM2,5, il biossido d’azoto (NO2) e l’ozono (O3) ossia gli inquinanti che presentano le maggiori criticità per la salute. Viene calcolato sia l’impatto a breve che a lungo termine. L’impatto sulla salute è espresso come numero di morti e di ricoveri in eccesso attribuibili ai vari inquinanti e come frazione di eventi (morti o ricoveri) che si sarebbero potuti evitare, o ritardare, se l’inquinamento non avesse superato una determinata soglia. L’impatto a lungo termine è espresso anche come anni di vita persi.

Ci sembra importante sottolineare questo per informare che è già presente un presidio solido di elaborazione di dati e di valutazione sui temi sanitari legati alla qualità dell’aria. Si tratta perciò di un tema all’attenzione dell’autorità sanitaria. Valuteremo in ogni caso l’opportunità di effettuare ulteriori studi partendo da queste elaborazioni già presenti”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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