“A Bologna accoglieremo le mamme carcerate”

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20 anni fa Don Oreste Benzi inaugurava la casa per adulti San Giovanni Battista di Via Sammarina 40 a Sabbiuno di Castel Maggiore (BO). Oggi la celebrazione del ventennale

con don OresteCASTEL MAGGIORE (BO) – Ivan (nomi di fantasia) ad 1 anno e mezzo aveva già passato 3 mesi della sua vita nel carcere della Dozza; oggi ne ha 2 compiuti ed è finalmente un bimbo libero.

La mamma Letizia, 45 anni di etnia rom, figlia di contadini rumeni, era stata arrestata per un episodio di minacce, ed era dovuta entrare in galera insieme al figlio.

La donna ha potuto scontare gli ultimi mesi di pena fuori prigione: è stata accolta nella casa San Giovanni Battista di Castel Maggiore (BO), vivendo come in famiglia insieme al figlio, piuttosto che dietro alle sbarre.

Giovanna Boccardo , figura materna della casa di accoglienza per adulti, lo racconta «Il bimbo da noi stava bene, ma era evidente il trauma subito in carcere. Voleva sempre stare fuori, all’aria aperta, nel parco. Grazie al clima molto familiare la nostra casa si è sempre rivelata funzionale rispetto ai bisogni delle mamme, ecco perché abbiamo aperto le porte all’accoglienza di donne che sono detenute con i propri figli».

Oggi, venerdì 9 giugno, alle 17.30 la casa San Giovanni di Via Sammarina 40 a Sabbiuno di Castel Maggiore (BO) celebrerà i 20 anni dalla sua fondazione.

Era stata voluta da Don Oreste Benzi nel 1997 per accogliere i malati terminali di aids inviati dall’Ausl di Bologna.

Giovanni Paolo Ramonda , presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, sarà presente e spiega: «È una grande ingiustizia che i figli siano costretti a pagare per i reati commessi dai propri genitori. Come Comunità da sempre chiediamo che sia sempre possibile, soprattutto nei casi di fragilità familiare, attivare dei percorsi alternativi al carcere che permettano di abbassare la recidiva e recuperare realmente la dignità delle persone che hanno sbagliato. Noi ci rendiamo fin da subito disponibili per l’accoglienza delle mamme detenute con i loro bimbi ».

indexOggi la casa ospita 12 persone, fra cui adulti con ripetute ricadute nelle dipendenze, impegnati in percorsi di reinserimento lavorativo.

Poi ci sono giovani alle prese con gravi disturbi psicologici; donne vittime della tratta ai fini della prostituzione. Negli anni qui hanno trovato una possibilità di ricominciare circa 800 persone , fortemente emarginate dalla società.

Alberto Zucchero è educatore insieme a Giovanna: «Il modello della multi-utenza complementare ideato da Don Oreste Benzi permette a tutti di portare un proprio piccolo contributo nella vita di casa senza renderla un ghetto, cosa che non sarebbe possibile se avessimo un’unica categoria di disagio. Fondamentale è anche la presenza del gruppo di giovani volontari, che ad esempio durante l’accoglienza di Ivan ha portato a momenti di animazione e di confronto».

Durante la celebrazione per il ventennale racconteranno la sfide dell’accoglienza degli adulti: Giovanni Paolo Ramonda , presidente della Comunità di Don Benzi; Lauretta Gianessi , responsabile del Sert (Servizio per le Tossicodipendenze) di San Giorgio di Piano, Emanuela Zanacchini , responsabile del Centro di Salute Mentale, entrambi dell’Ausl di Bologna; Giorgio Magnani , psichiatra del Centro di Salute Mentale di Carpi, Ausl di Modena. Sarà presente l’Arcivescovo di Bologna Mons. Matteo Maria Zuppi .

Con l’accoglienza delle mamme che sono detenute con i propri figli il modello di Don Oreste si allarga alla nuova marginalità. Ad appena un chilometro di distanza la Capanna di Betlemme ha accolto negli anni circa 2000 persone di 30 nazionalità differenti.

La vicina Comunità Terapeutica dal 91 ha attivato circa 1000 progetti di recupero per giovani affetti da dipendenze. Oggi è ospitata anche la roulotte di una famiglia rom. Grazie al finanziamento dell’Arcidiocesi di Bologna inizieranno a breve a Sabbiuno i lavori per la realizzazione di un Polo culturale, sociale e della condivisione , con sala riunioni, palestra ed un ulteriore spazio per l’accoglienza.

Alle 19 l’aperi-cena multietnica gratuita sarà aperta a tutti e seguirà un concerto.