Annullato lo spettacolo di danza di Khalid Benghrib

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Khalid Benghrib

Lo spettacolo, in programma questo weekend a Teatri di Vita, è stato annullato a causa del blocco collegamenti con il Marocco causa pandemia

BOLOGNA – Lo spettacolo di danza “Q/A Quotidien aliené” di Khalid Benghrib e della compagnia marocchina D-Kfar, in programma a Teatri di Vita (Bologna) il 3 e 4 dicembre, è stato rinviato a data da destinarsi, a causa del blocco totale dei collegamenti aerei e navali imposto dal Marocco a partire dalla giornata di ieri per l’emergenza sanitaria.

Nella sua simbologia, il tre è il numero perfetto. La triade, la Trinità, una divisione ideale di hegeliana memoria. Oggi per noi, diventa un simbolo di resilienza.

Ci troviamo costretti a rinviare per la terza volta lo spettacolo “Q/A – Quotidien Aliéné” del coreografo Khalid Benghrib, previsto per questa settimana. A causa dell’avanzare della variante Omicron del Covid-19, il governo del Marocco ha disposto la chiusura di tutti i confini e di tutti i collegamenti aerei e marittimi da e per il paese.

Nella notte Khalid Benghrib ci ha scritto un amaro messaggio che condividiamo: “Sappiate che abbiamo messo tantissima energia, tempo e perseveranza nel riuscire a fare esistere questo lavoro in questi tempi incerti e caotici, la nostra speranza era di riuscire a venire da voi e condividerlo con il vostro pubblico. Purtroppo la realtà del momento ci ha raggiunto”.

Questo spettacolo, programmato la prima volta per la stagione “Mascherine” del 2019-2020, poi quest’anno per il festival estivo “Cuore d’Aria”, ed infine per l’attuale stagione “Fuori, Casa”, è diventato per noi il simbolo delle incredibili difficoltà che il mondo del teatro sta vivendo in questo periodo storico.

Acquistare tre volte i biglietti aerei, predisporsi tre volte per accogliere gli artisti, organizzare tre volte uno spettacolo dall’estero è stato un lavoro immane – ma anche e soprattutto per questo siamo convinti che sia nostro dovere portare questo spettacolo a Teatro, in Italia, a Bologna.

Lo dobbiamo al nostro pubblico, lo dobbiamo alla compagnia di Khalid Benghrib, e lo dobbiamo anche a Teatri di Vita.