All’Interclub, organizzato dal rotary Club Cervia-Cesenatico, sono intervenuti i Presidenti Ester Castagnoli, Rotary Club Cesena, Giancarlo Bianchi, Rotary Club Valle del Rubicone, Claudio Cancellieri, Rotary Club Forlì, Alessandro Magni, Rotary Club Cervia-Cesenatico, Giuseppe Gentili, Rotary Club Valle del Savio, Tiziano Rondinini, Rotary Club Faenza, Paolo Bassi, Rotary Club Ravenna Galla Placidia. Erano inoltre presenti Pier Luigi Pagliarani, Past Governatore del Distretto e Maria Giovanna Giorgetti, assistente del Governatore Paolo Bolzani.
Giancarlo Mazzuca è nato a Forlì, è laureato in Scienze Politiche presso l’università di Bologna e specializzato in indirizzo diplomatico alla Johns Hopkins University. È giornalista professionista e scrittore. Autore di saggi e volumi di carattere storico ed economico, ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Saint Vincent per la divulgazione economica e il Premio Guidarello per il giornalismo d’autore. Nel 2006 gli sono stati conferiti il Premio Silone e il Premio Letterario Boccaccio-Montanelli. È Consigliere di amministrazione Rai dall’agosto 2015. Giancarlo Mazzuca è stato anche presidente dell’Accademia dei Filopatridi che ha sede a Savignano sul Rubicone.
Il 1929 – ha ricordato Mazzuca – era cominciato con un’ottima notizia: l’11 febbraio, il cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato di Pio XI, e il capo del governo fascista, Benito Mussolini, avevano firmato i Patti Lateranensi. Un accordo davvero storico che cercava di porre fine a ottant’anni di guerre e tensioni tra la Chiesa e l’Italia. Per quasi un secolo, infatti, i destini del potere temporale del vicario di Cristo, del Vaticano e della stessa città di Roma restarono molto incerti. Tanti gli episodi di quel braccio di ferro: la fuga di Papa Pio IX, l’interregno della Repubblica Romana e la restaurazione papale con le armi di Napoleone III. E, poi, ancora: la breccia di Porta Pia, il Sillabo, il Patto Gentiloni fino alla Marcia su Roma. In tutti quegli anni – ha proseguito Mazzuca – numerosi protagonisti cercarono inutilmente di instaurare un dialogo tra lo Stato della Chiesa e la nuova Italia dei Savoia. Poi, nel 1929, arrivarono finalmente i Patti Lateranensi, firmati nel Palazzo di San Giovanni in Laterano. Furono – ha spiegato Mazzuca – il frutto di un intenso lavoro di diplomazia, tra un «incidente» e l’altro, e vennero strutturati in tre parti: il Trattato vero e proprio che istituiva la Città del Vaticano, una enclave in mezzo a Roma che prevedeva l’extraterritorialità delle basiliche di San Pietro e di San Giovanni in Laterano, il Concordato che regolava i rapporti tra la Santa Sede e l’Italia e l’accordo finanziario che stabiliva un indennizzo a favore della Chiesa in seguito alla rinuncia a qualsiasi rivendicazione sul vecchio Stato Pontificio. Qual è l’eredità di quei Patti considerati allora provvidenziali? E che cosa è rimasto, oggi, dello spirito del ’29, anche dopo la revisione concordataria del 1984 voluta dal presidente del Consiglio Bettino Craxi? A novant’anni da quello storico accordo, il libro cerca di rispondere a tante domande, interrogandosi inoltre sul futuro dei rapporti tra libera Chiesa in libero Stato.
L’incontro si è tenuto la scorsa settimana presso il Grand Hotel di Cesenatico.
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