All’infanzia Costa anche le mamme studiano l’italiano

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All’infanzia Costa i corsi di italiano per mamme

Corsi di lingua per favorire la partecipazione delle famiglie straniere al progetto di intercultura di Fondazione Cresci@mo. L’iniziativa con Memo e Associazione Casa delle donne

MODENA – Valorizzare le diversità e combattere divario e povertà educativa offrendo a tutti i bambini possibilità e opportunità: questa la missione pedagogica della scuola; per farlo occorre partire già dalla scuola d’infanzia che deve garantire a tutti esperienze educative di qualità. Fondamentale è il dialogo tra scuola e famiglia che insieme devono aiutare il bambino a coniugare diverse appartenenze e a strutturare la sua identità fatta di una pluralità dei riferimenti culturali.

Per realizzare una pedagogia interculturale è necessario valorizzare le rispettive culture e riconoscere le differenze ed è quindi importante coinvolgere le famiglie straniere rendendole protagoniste dell’esperienza scolastica dei propri bambini. Lo sanno bene le educatrici della scuola d’infanzia Cesare Costa di Modena, gestita dalla Fondazione Cresci@mo, che ha un’utenza quanto mai composita.

Visto l’alto numero di mamme di origine straniera che frequentano la scuola e che parlano poco italiano, le coordinatrici pedagogiche della Fondazione hanno pensato a un corso di italiano base.

“Questa opportunità formativa – spiegano la consulente pedagogica della Fondazione Cresci@mo Patrizia Belloi la pedagogista referente della scuola Costa Arianna Ferrillo – permettere di restituire alle mamme un ruolo centrale nella relazione scuola-famiglia, ma anche di fornire loro gli strumenti linguistici per entrare nel mondo del lavoro e crearsi una rete sociale per il benessere proprio e dei bambini. Inoltre, l’apprendimento della lingua italiana è ‘salvifico’ per quelle donne che non sono mai state scolarizzate e che necessitano di ripensarsi in un progetto di vita che non sia limitato alla vita domestica”.

La proposta formativa è stata condivisa con le insegnanti della scuola che l’hanno accolta con entusiasmo e, a loro volta, l’hanno condivisa con i genitori di tutti i bambini nelle assemblee di sezione e nei singoli colloqui, raccogliendo infine i nominativi delle mamme interessate e i loro bisogni.

Contemporaneamente, contattati il Centro educativo Memo del Comune di Modena e l’Associazione Casa delle donne contro la violenza odv, il cui progetto Autonomie “Semira Adamu” fa parte del tavolo Modena Città Interculturale, due insegnanti volontarie in pensione, Silvia Macchioro e Chiara Caglieri, si sono offerte di tenere il corso che, partito la scorsa settimana, proseguirà fino a giugno per due pomeriggi alla settimana.

Già dallo scorso anno, la Fondazione Cresci@mo grazie all’attivazione di una consulenza pedagogica affiancata da alcune pedagogiste, ha attivato diversi progetti nell’ambito dello sviluppo del progetto Modenazerosei Costruire Futuro. Uno di questi è il progetto di continuità educativa pensato per l’infanzia Cesare Costa e partito da un’immersione completa nelle relazioni con i bambini e le famiglie che frequentano la scuola per dar modo alle nuove insegnanti di comprendere i loro bisogni. Si è passati poi alla fase di formazione sul bilinguismo rivolta ai bambini, valorizzando l’utilizzo a casa della lingua madre e contemporaneamente attivando a scuola azioni di Visual Learning per supportare l’apprendimento dell’italiano attraverso immagini per le routine, etichette e avvisi in più lingue, l’inserimento di elementi culturali diversi nelle pratiche quotidiane.

Insieme alle insegnanti e con il centro educativo Memo si sta inoltre progettando l’attivazione di uno sportello di mediazione culturale con un operatore che parli arabo per creare connessioni con le mamme nell’ottica di realizzare quell’alleanza educativa che può favorire l’inclusione del bambino. Al tempo stesso, la formazione del personale si è svolta anche in ambito di Outdoor urbano per lavorare su punti di ritrovo e opportunità, parchi e servizi che consentano ai bambini d’imparare a vivere la città sin da piccoli per ridurre l’isolamento di certe famiglie e di informare quelle più fragili sulle opportunità educative extra scolastiche.