Bologna

Agricoltura. Riparto risorse Programma di sviluppo rurale per il biennio di transizione 2021-2022

La nuova articolazione proposta dal ministero Politiche agricole e alimentari prevede nel 2021 l’introduzione di criteri oggettivi per il 30% del Psr e il mantenimento del 70% degli storici per poi nel 2022 arrivare al 70% degli oggettivi e il 30% degli storici

BOLOGNA – “Una proposta equilibrata che riesce a mediare sulle due differenti ipotesi proposte dalle Regioni.  Ringrazio il ministro Patuanelli che ha ascoltato i territori ed è riuscito a mettere in campo un’ipotesi attenta, per trovare un punto di equilibrio importante nell’interesse nazionale. Le risorse del Psr devono essere utilizzate al meglio da tutte le Regioni nell’interesse delle imprese agricole italiane”. 

Così l’assessore regionale all’agricoltura, Alessio Mammi, interviene a sostegno della proposta del ministro Politiche agricole e alimentari, Stefano Patuanelli, che nei giorni scorsi ha presentato un piano di riparto delle risorse del Programma di sviluppo rurale, Psr, per il biennio di transizione 2021-2022. Si tratta di una proposta di mediazione tra le due diverse ipotesi in campo: quella di 15 Regioni Italiane e Province Autonome, rappresentative di tutti i territori e governate da forze politiche differenti, che puntava su criteri oggettivi per l’assegnazione dei fondi Ue e proponeva una mediazione, considerando anche in parte i criteri storici, e quella di altre 6 Regioni, intenzionate a non abbandonare il metodo storico di riparto.

La proposta di Patuanelli fatta alle Regioni e Province Autonome prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di criteri oggettivi e il mantenimento del 70% dei parametri storici, per poi ribaltare le stesse percentuali nel 2022, ovvero un 70% di criteri oggettivi e un 30% di parametri storici.

“L’Emilia-Romagna ha usato tutti i fondi della precedente programmazione– chiude Mammi-, ed è importante applicare questo modo di lavorare per distribuire alle imprese e alle filiere tutti i fondi a disposizione. Il sistema agricolo nazionale deve fare un passo avanti e deve dimostrare di essere responsabile e maturo per usare al meglio i fondi Ue”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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