A Macfrut, un ponte Italia-Africa per lo sviluppo agroindustriale

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Esperienze da Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Somalia, Mozambico, Angola. Solo il 30% delle terre sono coltivate

RIMINI – “Italia-Africa: una partnership rinnovata per lo sviluppo orticolo e agro-industriale”. Questo il tema dell’incontro a Macfrut in fiera a Rimini che mercoledì 8 maggio ha messo a confronto ministri ed esponenti del mondo agricolo africano insieme a istituzioni italiane che si occupano di cooperazione e sviluppo del Continente.

Ad aprire l’incontro è stata la Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Emanuela Del Re che ha ricordato lo sforzo dell’Italia nell’implementare le competenze locali attraverso la formazione (unico vero strumento per abbattere la piaga della disoccupazione), la tecnologia, l’introduzione di criteri di sicurezza alimentare e il trasferimento di modelli di interconnessione delle filiere agricole. I possibili vantaggi offerti dal partenariato Italia-Africa rispondono alle necessità di far fronte all’aumento demografico del Continente, che vedrà la popolazione raggiungere i 4,7 miliardi di persone entro fine secolo. Le immense distese di terre coltivabili non sono ad oggi ancora sfruttate, tanto che solo il 30% sono utilizzate: occorre potenziare le infrastrutture, implementare nuove tecnologie e competenze, portando l’Africa a soddisfare il proprio fabbisogno alimentare, prima, e a diventare fornitrice di altri mercati, poi. L’Italia, come leader nel comparto agro-industriale, costituisce il partner ideale in questo percorso.

Ne è consapevole Thsibangu Kalala, Ministro dell’Agricoltura della Repubblica Democratica del Congo, che ha aperto la prima sessione dei lavori “Agricoltura in Africa: Necessità e opportunità, voci dal Continente”. “L’agricoltura in Congo è diventata la priorità – ha dichiarato il Ministro -. Ci siamo accorti che investendo nel settore minerario i risultati non erano quelli sperati e la povertà è ancora molto presente. Occorre sviluppare l’agricoltura: l’idea è sostenere il sistema creditizio a favore dei piccoli e medi imprenditori investendo nel comparto le risorse provenienti dal minerario oltre che con l’istituzione di un Fondo Nazionale ad hoc e con l’introduzione di strumenti sul modello della PAC europea”.

A seguire l’intervento di Sani redi Ahmed, vice Ministro Agricoltura dell’Etiopia. “In Etiopia l’agricoltura ha un ruolo di primaria importanza e contribuisce per il 35% al Pil nazionale, tuttavia le potenzialità di sviluppo sono ancora enormi. Il nostro obiettivo è incrementare la produttività a livello qualitativo puntando sulle nuove tecnologie. Un obiettivo raggiungibile portando avanti partnership con Paesi all’avanguardia come l’Italia, concentrandoci sul contesto in maniera inclusiva e concentrata, al fine di migliorare produttività, commercio e sicurezza alimentare, riducendo contemporaneamente la disoccupazione giovanile e delle donne, e, così facendo, la povertà”. Si tratta di integrare linee guida precise e dirette, volte a individuare un piano di crescita ambizioso, che comprende anche la realizzazione di parchi agroindustriali. “Con i suoi 74 milioni di ettari di terra coltivabile, l’Etiopia ha un potenziale di crescita enorme. Dobbiamo essere in grado di portare avanti una politica efficace: lo scopo è fare dell’Etiopia una pietra angolare dell’industrializzazione entro il 2025”, ha ribadito Teka Gebreyesus Entehabu, vice Ministro dell’Industria e del Commercio del Paese.

Per la Somalia l’agricoltura rappresenta il 70% del Pil nazionale e il 90% dell’export. Oggi i produttori locali si mostrano sempre più propensi a investire in nuove tecnologie. “Siamo consapevoli delle sfide dovute al cambiamento climatico che dovremo affrontare nel prossimo futuro e stiamo già agendo in previsione di questo”, ha dichiarato Ismail Dirie Gamadid, Ministro dell’Agricoltura della Somalia.

Anche per il Mozambico, rappresentato all’incontro dal Segretario Generale del Ministero dell’Agricoltura, Victor Domingos Canhemba Jr, le opportunità sono moltissime: attualmente solo il 15% dei 36 milioni di terreni arabili sono impiegati, la biodiversità è potenzialmente elevatissima per via della conformazione stessa del Paese, la posizione è strategica in termini di rotte commerciali e avvalorata dalla presenza del porto di Nacala, il terzo dell’East Africa per profondità delle acque. “Una serie di peculiarità che rendono il Mozambico un Paese molto interessante per eventuali partnership”.

Infine, la parola è passata a António Sozinho, Direttore Generale del Ministero dell’Agricoltura dell’Angola, un Paese che prova a investire in agricoltura dopo che la crisi del petrolio ne ha duramente provato l’economia. “La nostra politica oggi è guidata dalla volontà di diversificare così da non dover dipendere da un solo settore. Già nel 2013 erano stati annunciati incentivi dal Ministero delle Finanze per investire in agricoltura, poi problemi legati all’economia mondiale del greggio e problemi di politica interna ne hanno rallentato la messa in pratica. Oggi siamo pronti a ripartire cercando di attrarre nuovi investitori in grado di sfruttare al meglio le nostre potenzialità. Il Paese sta lentamente riprendendo le esportazioni dei principali prodotti quali mango, banana e ananas ma c’è ancora molto da fare, basti pensare che solo 5 dei 35 milioni di ettari di terre arabili è coltivato. Per noi le priorità – conclude – sono gli investimenti in produzioni locali e sostenibili oltre che in tecnologie e nuovi sistemi di irrigazione”.

Alla successiva tavola rotonda dal titolo “Agricoltura in Africa: tra sfide e sviluppo, il contributo italiano”, Roberto Ridolfi, Direttore Generale Aggiunto a capo del Dipartimento di Supporto ai Programmi e Cooperazione Tecnica della FAO, ha sottolineato la necessità di investire nel segno della sostenibilità per creare nuovi posti di lavoro in loco attraverso due settori chiave come quello agricolo e agro-industriale.

Il direttore Generale di ICE Agenzia, Roberto Luongo, ha parlato del piano operativo promosso dall’istituto a sostegno delle aziende italiane che decidono di investire in Africa, di cui si riscontra un numero sempre più elevato.

Antonella Baldino, Direttore Cassa per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo (CDP), ha spiegato gli strumenti finanziari messi a disposizione attraverso SACE, Simest e l’International Development Financial Club di cui la CDP è entrata a far parte.

Pier Luigi d’Agata, Direttore Generale Confindustria Assafrica&Mediterraneo, ha sottolineato l’esigenza da parte dei Paesi africani di sviluppare il settore agricolo per poi approvvigionarsi di ‘moneta pregiata’ attraverso le esportazioni.

Infine, Alberto Quintavalla di Clust-ER Agrifood della Regione Emilia Romagna e CFT, una realtà pubblico-privata volta a esportare il modello di business italiano in Africa, ha mostrato interessanti casi studio del lavoro finora svolto: “In Africa non possiamo competere sui prezzi, dobbiamo esportare la nostra value chain per poter essere attraenti e competitivi”.

Insomma, le opportunità di crescita, anche per le nostre imprese, sono tante e altrettanti sono gli strumenti per trarne i vantaggi, bisogna solo conoscerli: “L’invito è di sfruttare al meglio questi giorni di Macfrut per incontrarsi e cominciare a intravedere possibilità di partnership”, ha concluso Massimo Zaurrini, direttore di Africa e Affari, che ha moderato i lavori.

Info Macfrut 2019

Macfrut è organizzato da Cesena Fiera e si svolgerà in Fiera a Rimini nelle giornate 8-9-10 maggio 2019, orario 9.30-18.00.

www.macfrut.com