MODENA – Processato per direttissima, è già in carcere un magrebino pluripregiudicato arrestato dalla Polizia municipale di Modena per spaccio di sostanze stupefacenti. Il nordafricano doveva infatti già scontare un residuo di pena che si somma a quella per il nuovo reato imputatigli; terminato il periodo detentivo, lo straniero, con numerosi precedenti penali, sarà rimpatriato.
All’arresto, avvenuto martedì 23 febbraio verso le 18 nella zona di Modena ovest, il Nucleo Problematiche del Territorio della Municipale è giunto attraverso un’attività investigativa che si è svolta durante diversi servizi di controllo finalizzati alla prevenzione e repressione del consumo e spaccio di droga, e anche grazie alle segnalazioni dei cittadini residenti nelle vie limitrofe a via Emilia Ovest.
Martedì gli agenti, in borghese, che tenevano sotto controllo l’individuo sospetto, sono riusciti a cogliere sul fatto E.E., 41 anni tunisino, mentre cedeva eroina a due giovani italiani nel tratto ciclo pedonale che collega via Emilia Ovest con via Scacciera. Non appena concluso lo scambio, gli agenti sono intervenuti arrestando lo spacciatore in flagranza di reato e deferendo alla Prefettura gli acquirenti quali assuntori di sostanze stupefacenti.
Il nordafricano è stato quindi portato nelle celle del Comando di via Galilei in attesa del processo per direttissima e dagli accertamenti sono emersi i ventisei “alias” che nella sua ventennale permanenza in Italia l’uomo aveva fornito a Forze dell’Ordine di diverse città italiane, che lo hanno fermato o arrestato per numerosi e reiterati crimini legati allo spaccio di stupefacenti, oltre che per furto e rapina.
Il processo per direttissima è iniziato mercoledì 24 febbraio e per il pregiudicato si sono aperte subito le porte del carcere, perché deve ancora scontare cinque mesi di detenzione per reati pregressi passati in giudicato. A questo periodo di detenzione si sommerà la pena per l’ultimo reato commesso. Al termine della detenzione, lo straniero sarà rimpatriato nel paese di origine, la Tunisia, il cui consolato ha, infatti, provveduto a comunicare le reali generalità dell’uomo che, in Italia, dagli anni ‘90 ad oggi aveva fornito ben 26 false identità e diverse nazionalità.
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