Zio Vanja il 13 e 14 dicembre al Teatro Goldoni di Bagnacavallo

19
ZIO VANJA – Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Giuliana Vigogna, Massimiliano Speziani, Ilaria Falini, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Angela Malfitano – ph Gianluca Pantaleo

BAGNACAVALLO (RA) – Dopo il debutto, nell’estate del 2023, al Festival dei Due Mondi di Spoleto giunge al Teatro Goldoni di Bagnacavallo, mercoledì 13 e giovedì 14 dicembre alle ore 21, ZIO VANJA nella rilettura registica di Leonardo Lidi, seconda tappa, dopo Il Gabbiano, del suo progetto dedicato ad Anton Čechov. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria in co-produzione con il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, è interpretato da un numeroso e importante cast: Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Giuliana Vigogna e Massimiliano Speziani, quest’ultimo “di casa” a Bagnacavallo per le tante iniziative culturali curate insieme a Renata M. Molinari per La Bottega dello Sguardo di cui è vicepresidente.

INCONTRO CON GLI ARTISTI al RIDOTTO: gli interpreti dello spettacolo incontreranno il pubblico al Ridotto del Teatro Goldoni, giovedì 14 dicembre alle ore 18. L’ingresso all’Incontro, condotto e moderato dal poeta e scrittore Paolo Gambi, è gratuito.

Dopo le rappresentazioni a Bagnacavallo, lo spettacolo replicherà al Teatro Diego Fabbri di Forlì venerdì 15 e sabato 16 dicembre alle ore 21 e domenica 17 dicembre alle ore 16.

Sinossi

Scritta e ambientata nel 1890 (ma potrebbe essere oggi), la commedia intreccia temi ricorrenti nelle opere maggiori di Čechov, basta guardare i personaggi: Zio Vanja amministra la tenuta del professor Serebrjakov, dove vive con la madre e con Sonja, figlia di primo letto del professore.

Zio e nipote vivono una vita di lavoro e di affetti silenziosi e rinuncia alle speranze segrete. Quando il professore arriva con la sua seconda moglie Elena, la vita di campagna viene turbata: emergono le frustrazioni di Elena, delusa dalla vanità presuntuosa del marito, ma decisa a non rispondere all’amore di Vanja e al corteggiamento del dottor Atrov, di cui è segretamente innamorata Sonja.

All’amarezza delle illusioni (di Sonja, di Elena, di Vanja, del dottore) si accompagna una riflessione di fondo sul senso della vita degli individui e sulle trasformazioni sociali (e anche sul rapporto fra uomo e natura). Quando Elena e il professore torneranno alla loro vita cittadina, ai più consapevoli Vanja, Sonja e Astrov, ecologista profetico, non resterà che tornare al silenzio operoso e rassegnato della loro solitudine.

Note di regia

C’eravamo tanto amati. C’è stato un tempo dove questa strana famiglia non era poi così strana. I ruoli erano ben distribuiti, con credibilità e senza eccessi, e ogni personaggio poteva considerarsi utile allo spettacolo del quotidiano. Chi indossava il costume dell’intellettuale, ad esempio, era da considerarsi metafora di speranza futura ed era opportuno riservare ad esso amore e gratitudine come ad un eroico e fascinoso cavaliere. Era lecito che una bella e gentile ragazza si invaghisse del proprio professore ed era altrettanto plausibile che la famiglia della giovine tutelasse il sapiente uomo come un animale in via d’estinzione. E così Vera si sposa con Aleksandr, lo porta a Casa e la storia comincia. Gli abitanti del pianeta Čechov si animano, trovano una dimensione adeguata alla propria formazione, tutti remano nella medesima direzione e la possibilità di una Russia efficace e vincente smette di essere un miraggio e si tramuta in un concreto e reale domani. In una dimensione dove l’uomo è artefice del proprio destino la felicità potrebbe trovare il giusto spazio. Ma Vera muore e tutto cambia. La speranza si spegne e chi prova a ricominciare suona ridicolo nel suo tentare. Il cuore si tinge di nero e questa possibile colorata commedia diventa una dissacrante e continuata risata isterica ad un funerale. L’idea di un paese guidato dai suoi pensatori è sepolta e noi non possiamo che fare i conti partendo da questo inesorabile dato di fatto. Questa casa è culturalmente morta, amici miei. È governata da ignoranti e da sterili ideologie. Ce lo ricorda lo Zio, quel buffone vestito male che palpa con gli occhi le nostre fidanzatine e aspetta le riunioni di famiglia per alzare il gomito e sbatterci in faccia la nostra condizione perennemente umiliante. Inutile lavorare, inutile impegnarsi, inutile studiare. Dice, lo zio. Meglio aspettare un reddito senza sudare, meglio lamentarsi di chi ha distrutto il talento. La seconda tappa del Progetto Čechov abbandona il gioco e si imbruttisce col tempo.

Se nel Gabbiano sprecavamo carta e tempo nel ragionare sulla forma più corretta con il quale passare emozioni al pubblico, divisi tra realismo e simbolismo, tra poesia e prosa, tra registi, scrittori e attrici, in Zio Vanja l’arte è relegata a concetto museale, roba da opuscoli aristocratici, uno sterile intellettualismo che non pensa più al suo popolo, che annoia la passione e permette agli incapaci di vivere di teatro. E allora che questa strana famiglia cantata da Čechov abbia la faccia di Gaber. La sua maschera irriverente. O meglio ancora di Freak Antoni. Che sia stonata e sgrammaticata. Sconfitta dai propri fantasmi. Ripugnante e fastidiosa. Che prenda in giro chi si nasconde dietro ai progetti perché spaventato e che faccia sentitissimi applausi a chi crede che Zio Vanja sia un testo attuale perché parla di alberi. Avete costruito un focolare tanto stupido che preferisco congelare al sincero freddo della mia solitudine, lasciatemi fuori, escluso come il cane di Rino Gaetano! Prendetevi le ghiande e lasciatemi le ali. In questa cosa/casa non ci voglio neanche entrare – ma siate pazienti, l’anno prossimo la vendiamo per davvero! (Leonardo Lidi)

Biglietti: da 18 a 28 euro. Diritto di prevendita: 1 euro.

Prevendite: da martedì 12 dicembre dalle ore 10 alle ore 13 presso la biglietteria del Teatro Goldoni.

Prenotazioni telefoniche (0545 64330): nei giorni di prevendita dalle ore 11 alle ore 13.

Biglietti online: Vivaticket

Info: 0545 64330 e www.accademiaperduta.it

Teatro Goldoni

BAGNACAVALLO

STAGIONE

Mercoledì 13 e giovedì 14 dicembre 2023 ore 21

Teatro Stabile dell’Umbria

in co-produzione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e Spoleto Festival dei Due Mondi

ANGELA MALFITANO      FRANCESCA MAZZA

MASSIMILIANO SPEZIANI

Zio Vanja

di Anton Čechov – regia Leonardo Lidi

con Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Mario Pirrello,

Tino Rossi, Giuliana Vigogna

scene e luci Nicolas Bovey – costumi Aurora Damanti – suono Franco Visioli