La ricerca, finanziata dalla Fondazione A.C.A.RE.F., in collaborazione con Università di Ferrara e AISA (Associazione Italiana per la lotta alle sindromi atassiche) si pone l’obiettivo di trovare una cura per una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale, rara e ad oggi incurabile, che colpisce in Italia oltre cinquemila persone e il cui sintomo principale è la progressiva perdita di coordinazione motoria (atassia).
In questi mesi Francesca Salvatori – ricercatrice titolare del Progetto di ricerca
Spiega Salvatori: “Siamo in una fase importante di analisi preliminare di una strategia che punta a un intervento preventivo sulla malattia: vogliamo agire prima che insorga il danno cellulare che la provoca. Uno studio da affiancare a quelle già in atto per la riduzione della proteina tossica, collocata nel cervelletto, che fa morire le cellule sane e provoca, appunto, l’atassia”.
“Ora entreremo davvero nel vivo della parte sperimentale, quella di laboratorio – prosegue la scienziata -. La sperimentazione verrà inizialmente attuata utilizzando cellule sane ma, una volta ottimizzata la strategia terapeutica, si passerà all’utilizzo di cellule isolate da pazienti atassici. In questo modo e grazie a successive validazioni della strategia sviluppata cercheremo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati”.
E sono obiettivi importanti quelli della ricerca scientifica che potrebbero dare una concreta speranza ai malati di atassia.
Per questo la Fondazione A.C.A.RE.F sta finanziando quella che è davvero una battaglia contro il tempo, come spiega il presidente della Fondazione, Giampietro Domenicali. “Il motto della Fondazione – spiega Domenicali – è sempre stato: la ricerca non si deve fermare. I malati combattono ogni giorno una lotta contro il tempo perché sanno che, dalla diagnosi, hanno al massimo 14-15 anni di vita davanti. Per questo stiamo finanziando due filoni di ricerca: quello dell’Università di Ferrara e parte di quello del Prof. Alfredo Brusco, dottore di ricerca del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino. Due filoni di studi complementari che debbono proseguire e coordinarsi”.
Nell’ambito di questo importante progetto di ricerca la Fondazione avrà, inoltre, il ruolo di organo di controllo a garanzia di trasparenza verso i propri sostenitori e verso le persone colpite da questa terribile malattia.
Scopri come sostenere la Fondazione A.C.A.RE.F sul sito www.acaref.org
(Nelle foto: Francesca Salvatori – ricercatrice titolare del Progetto di ricerca all’Università di Ferrara – e Peggy Carla Raffaella Marconi, responsabile della Sezione di Microbiologia e Patologia applicata del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie)
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