Tutto esaurito per una domenica mattina tra un preside, uno psicoterapeuta e uno scrittore

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Tosolini, Lancini e Galiano a LIBERAVOCE

PARMA – I Portici del Grano hanno protetto da una pioggia torrenziale il fitto pubblico della mattinata conclusiva di LIBERAVOCE. Protagonisti della manifestazione promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma e dal Patto di Parma per la lettura sono stati lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini e lo scrittore e insegnante Enrico Galiano in un ragionamento intorno al rapporto tra adulti e nuove generazioni moderato da Aluisi Tosolini. Intensi sono stati i contributi offerti da tutti partendo dalla considerazione che guardare alle nuove tecnologie in cui è immersa la vita dei ragazzi come a qualcosa da contenere o da sottrarre non considera in maniera obiettiva il contesto: i ragazzi sono nati e cresciuti con il digitale.

Galiano, appassionato e popolarissimo docente di lettere di Pordenone, prossimo alla presentazione di Geografia di un dolore perfetto, al Salone di Torino ha sintetizzato “I ragazzi imparano dai coetanei e dall’esempio degli adulti. Se vogliamo entrare in sintonia con loro dobbiamo far vedere che siamo capaci di fare spazio nelle nostre vite, di togliere per primi”. L’età tradita, oltre i luoghi comuni sugli adolescenti, il titolo dell’ultimo saggio di Lancini sembra seguire il percorso “Ho svolto una consulenza per squadre giovanili del calcio di Serie A. Non dobbiamo dare per scontato che lo sport sia sempre un’infallibile palestra emotiva. Lo è certamente nel successo, ma bisogna offrire soluzioni in caso contrario. So di allenatori che hanno lasciato il campo durante la partita per consentire alla squadra decisioni autonome e condivise. Vuol dire non avere in mente di vincere, ma di far crescere e dare senso di responsabilità. Si possono chiarire dei principi, ma di volta in volta, bisogna avere il coraggio di percorrere strade non già battute, di adeguarci e cambiare”.