Sui ponti di Ferrara, in 7 punti (più 1)

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municipio-ferraraFERRARA – Punti di vista di Aldo Modonesi, assessore ai Lavori Pubblici alla Mobilità del Comune di Ferrara:

“1. Da due anni abbiamo in corso il censimento e l’ispezione di ponti, viadotti, cavalcavia di competenza comunale. Le strutture sono state suddivise in due macro aggregati: le strutture (ponti e viadotti) ad elevata percorrenza sia in termini di flussi di traffico che di portata e le strutture legate alle opere consortili;
2. Nel primo caso, le strutture nel territorio di Ferrara sono in totale 80 ma ne sono state fino ad oggi censite “solamente” 60, questo perché ci sono strutture nuove (vedi ponte Rita Levi Montalcini) o strutture dove i flussi di traffico sono veramente bassi e dove non transitano mezzi pesanti;
3. Nel secondo caso, le strutture che sovrapassano canali consortili, in totale sono 430 e ne sono state censite 330. Anche in questo caso le 100 strutture ad oggi non censite sono quasi tutte tombinamenti di fossi e quindi a minor traffico e portata ridotta;
4. Tutte le strutture oggetto del censimento sono state inserite su una piattaforma web (Hyperponti) che ci consente in tempo reale di conoscere l’esito del censimento e lo stato di “salute” del ponte.
5. In contemporanea al censimento (che fornisce una valutazione approssimativa dello stato di salute del ponte) si è provveduto all’ispezione (è una verifica tecnica della struttura, dettagliata e puntuale che individua il tipo di intervento per ripristinare il livello di esercizio della struttura) delle situazioni che evidenziavano criticità;
6. Sono 8 le strutture sulle quali si sono rilevate delle criticità e sulle quali si sta intervenendo o progettando gli interventi;
7. 2 sono quelle che stiamo rifacendo e che saranno operative e nuove a settembre (i ponti bailey di via Modena e Cocomaro) e altre 2 sono il ponte di via Cascina a Spinazzino e il ponte di via Trenti/Bonzagni (per entrambi i ponti nel 2019 è prevista una voce dedicata nel bilancio: Via Cascina, ponte attualmente a portata ridotta (2tonn) sarà completamente rifatto, costo previsto € 350.000,00; via Trenti/Bonzagni, dove è stato eseguito un intervento di messa in sicurezza per il distacco del calcestruzzo, trattando l’acciaio con una vernice passivante per fermare la corrosione del ferro (eseguito nel 2017) nel 2019 andremo a ripristinare il copriferro di calcestruzzo, verificando la sella gerber in corrispondenza del tratto sui binari e garantendo il deflusso delle acque meteoriche, costo previsto € 500.000,00). L’ispezione della 5ª delle 8 strutture (via Indipendenza), ha richiesto anche per questo viadotto un intervento di ripristino delle armature e della muratura che è attualmente in corso e che tra 10 giorni sarà terminato. Per le 3 strutture rimanenti sono in corso ancora le verifiche ispettive (i ponti sono in via dell’Ansa, via Panigalli e via Massafiscaglia a Contrapò);
8. Da ultimo penso che un paese normale non mette in contrapposizione la manutenzioni dell’esistente con le grandi opere: mentre sistema ciò che si rompe o usura costruisce ciò che ci sarà per i prossimi 50 anni, perché continua a credere nel suo futuro. Noi, in Italia, abbiamo il grosso della rete infrastrutturale (e non solo quella) costruita (e ferma) negli anni ’60, manutenuta poco e pensata per carichi diversi da quelli di oggi (basta fare quotidianamente l’autostrada tra Ferrara e Bologna per rendersi conto di come sia ormai una camionabile, e c’è ancora chi ritiene inutile la terza corsia o la Cispadana). E da un paio di decenni (i decenni durante i quali le strutture, non manutenute e saturate di traffico, fatte negli anni ’60 stanno venendo giù) su tutto ciò che è nuova infrastruttura si scatenano battaglie politiche infinite tra quelli (generalmente i puri) che vogliono bloccarle e quelli (generalmente i corrotti) che vogliono farle. Una battaglia che porta a non fare nulla. Paralizzando di fatto il Paese.

Ps
Nel nostro piccolo in questi anni abbiamo provato a fare manutenzione dell’esistente (poi 1.100 km di strade comunali da manutenere sono tanti) e a lavorare sul nuovo per tenere al passo con i tempi la rete infrastrutturale della città: nuovi ponti (Rita Levi Montalcini) e strade (la Tangenziale Ovest); nuove ciclabili (raddoppiate in dieci anni per spostare traffico dall’auto alla bici); lo partenza dell’interramento della ferrovia in via Bologna (e la bretella ferroviaria merci, per avere meno Tir che viaggiano in autostrada).”