I numeri fanno riferimento alle scuole elementari, medie e superiori. È difficile avere dati certi, in questa fase, perché spesso sono compositi. Ci sono gli stranieri che, complice la perdita del lavoro dei genitori, tornano nel proprio paese d’origine; ci sono coloro le cui famiglie, causa Covid, cambiano Comune di residenza, senza segnalarlo. Per quanto riguarda gli studenti più grandi, invece, c’ è chi abbandona per dare una mano in casa, e pensa di riprendere magari col serale o di passare all’apprendistato. La vera fetta di quanti hanno lasciato non è possibile saperla con esattezza, soprattutto se hanno raggiunto l’obbligo dei sedici anni. Quest’anno ancora di più, visto che non si tratta di vedere un banco vuoto ma di verificare un mancato collegamento via web dalle mille cause.
“In questo momento di grande difficoltà – spiega Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – abbiamo messo al primo posto il sostegno agli studenti più esposti alle difficoltà. Anche nel periodo del lockdown, infatti, avevamo già aperto le classi scolastiche, con il supporto diretto di insegnanti ed educatori, per i 108 studenti con handicap delle superiori. Il ritorno di oggi a scuola– continua Morolli– al 50% degli studenti delle scuole superiori è un giorno anche di riflessione sulle sfide che attendono la scuola.
Un ritorno auspicato da tutti, pur con le cautele dovute alla difficilissima situazione della pandemia e pur nel corto circuito di poteri nazionali e regionali scavalcati dai Tar. Con il procedere delle vaccinazioni, l’obbiettivo dovrà essere quello di aumentare gradualmente la percentuale delle classi e degli studenti in presenza, fino al graduale ritorno alla normalità di tutti. Le riflessioni infatti sono quelle riguardanti i rischi insiti nel prolungarsi dell’emergenza, con i suoi pesanti riflessi sulla scuola. Qualcuno ha lasciato, qualcuno non si è mai presentato nemmeno in video, qualcuno ha ridotto drasticamente il rendimento scolastico.
Rimini è convinta, anche perché ha lavorato da subito ottemperando ai suoi compiti, di poter sostenere il graduale ritorno a scuola dei nostri figli. Lo scopro primario è evitare che altri si disperdano, recuperare coloro che per paura, ansia o problemi famigliari hanno momentaneamente lasciato ma, soprattutto, non lasciare più nessuno indietro. Non è solo una questione privata, non riguarda solo queste famiglie, e nemmeno le singole scuole, ma il nostro futuro come comunità”.
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