Un risultato importante, tutt’altro che scontato in un periodo storico di drammatica carenza nazionale di medici e infermieri, ed in particolare proprio quelli dell’emergenza-urgenza, e per il quale Sindaci, Conferenza territoriale Sociale e Sanitaria ed anche i cittadini, attraverso sottoscrizioni pubbliche, si sono spesi di concerto con l’azienda sanitaria per far sì che ciò potesse avvenire nel più breve tempo possibile. I Ps di Scandiano e Correggio torneranno così a riunirsi a quelli degli Ospedali di Reggio Emilia, Castelnovo Monti, Guastalla e Montecchio – che continueranno regolarmente la loro attività – riportando il sistema provinciale dell’emergenza-urgenza al periodo pre-Covid.
La chiusura di questi due Ps nel febbraio 2020, non dimentichiamolo, avvenne in concomitanza dell’arrivo dell’emergenza pandemica e fu necessaria proprio per poter procedere alla ristrutturazione e all’adeguamento di entrambe i presidi alle nuove condizioni di spazi e sicurezza necessari per continuare a garantire la massima sicurezza sanitaria di pazienti ed operatori. Lavori regolarmente eseguiti e completati, per un investimento importante pari a circa 2,7 milioni di euro, ed ora a disposizione di medici e pazienti.
Nei mesi scorsi, poi, sono stati compiuti ulteriori passaggi fondamentali per arrivare alle riaperture, l’espletamento di diversi bandi da parte dell’Ausl di Reggio Emilia per il reperimento di personale pubblico andati drammaticamente deserti, come stiamo ormai assistendo in tutta Italia, e la conseguente necessità di svolgere ulteriori gare per il reclutamento provvisorio di personale esterno, ostacolato da un ricorso al Tar conclusosi positivamente pochi giorni fa.
Ora però, dopo tanti ostacoli e altrettanto lavoro, il giorno della riapertura dei due Pronto soccorso è vicino: a marzo, come annunciato, per Scandiano ed entro la fine di aprile per Correggio. Questo l’impegno di Ausl Reggio Emilia, che ringraziamo per il lavoro svolto e per aver accompagnato le richieste emerse da amministratori e territorio nel miglior modo possibile, in questi anni di oggettiva complessità, ed in un contesto che, oggi più che mai, sconta errori del passato nella programmazione nazionale con una carenza in Italia di 5.000 medici di emergenza-urgenza e di 70.000 infermieri in tutti i reparti.
Un problema oggettivo in tutto il Paese e su cui, ancora una volta, sottolineiamo l’estrema urgenza e necessità di un intervento nazionale tempestivo e deciso, che metta in sicurezza il nostro fondamentale sistema sanitario pubblico ed universalistico.
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