Rimini

Ripensare alla fase 2, serve più coraggio per non condannare interi settori

Non è logico prolungare il blocco di attività, come quelle del benessere, in grado di rispettare le più stringenti procedure di sicurezza. Occorre tenere conto anche delle peculiarità dei territori

RIMINI – Confartigianato apprezza la riapertura dei cantieri e del manifatturiero ma chiede più coraggio per la Fase 2. Il calendario che si protrae a giugno, delineato ieri dal Presidente del Consiglio, rischia di trascinare nel baratro quei comparti artigianali che, con senso di responsabilità, hanno fatto la loro parte con sacrificio in due mesi di lockdown.

In particolare, Confartigianato è in allarme per la sorte delle imprese del comparto del Benessere che con tre mesi di stop rischiano di non riaprire mai più.

Ancora una volta assistiamo al rischio che si continui a pensare ad un paese a taglia unica, dimenticando la straordinaria ricchezza derivante dalla diversità urbanistica, economica e sociale.

Abbiamo evidenziato più volte come il sistema territoriale ad economia diffusa abbia le caratteristiche per evitare il rischio di contagio superando i problemi legati alla mobilità e agli assembramenti. Abbiamo in queste settimane condiviso il percorso con la regione per il Patto per lo sviluppo e definito, insieme alle organizzazioni sindacali, protocolli di sicurezza per lavoratori e clienti.

Per il settore del Benessere, in particolare per gli acconciatori e gli estetisti, si tratta di procedure più stringenti di quelle adottate in altri settori e dunque non vi è alcuna ragione logica per non consentire alle imprese di ritornare in attività in tempi ravvicinati.

Al danno provocato dal prolungamento di questo irragionevole blocco delle attività si aggiunge la beffa di un abusivismo dilagante, con il risultato che chi opera nell’illegalità e al di fuori da ogni controllo sanitario e fiscale, non solo danneggia chi rispetta le regole, ma mette anche realmente a rischio la salute delle persone, esponendole a rischi di contagio da Covid-19.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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