Riapre i battenti lo storico “Vecchi”

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Taglio del nastro sabato 3 dicembre ore 18

RIMINI – Sabato 3 dicembre 2022 Rimini ritrova una delle sue pietre miliari: in Viale Tiberio 7 riapre i battenti il Bar Pasticceria Vecchi, che riannoda i fili di una storia lunga 172 anni intrecciata con quella della città e dei suoi protagonisti più cari.

Nuova proprietà, i piedi ancorati nella tradizione dei grandi Caffè europei e un respiro cosmopolita fatto di prodotti di eccellenza dall’Italia e da oltre confine, senza abbandonare la strada maestra fatta di identità, territorio, riminesità.

Un locale che parla dialetto – non a caso la società “cooperativa” che lo ha rilevato si chiama La Cremma, la crema della nonna – ma dialoga col mondo attraverso atmosfere e proposte di qualità ed eccellenza dalla colazione al whisky del dopo cena.

LA NASCITA DEL “CAFFE’”

Nella storia d’Italia c’è una storia nella storia, quella dei luoghi di ritrovo, delle osterie, delle taverne, delle corti, dei circoli. Nel XVIII secolo, sulla spinta dell’Illuminismo, la necessità di diffondere le nuove conquiste e il nuovo sapere portò a un proliferare di momenti di confronto pubblici: in tutta Europa intellettuali, uomini di cultura e una nuova borghesia che inizia ad affermarsi iniziarono quindi a ritrovarsi nei Caffè, che diventano luoghi di incontro e di relazione,  trasversali e aperti, dove nascono idee, progetti, amicizie.

È in tale panorama di fermento che a metà del XIX secolo nasce la “Ditta Fratelli Vecchi, Casa fondata nel 1850”, riportata nel biglietto da visita: una cartolina degli anni ‘20 che riproduce il locale e le sue vetrine. Sono anni di grande vivacità – un 800 riminese e cosmopolita – in cui da un’intuizione dei Conti Baldini viene costruito il Teatro Galli, in cui arrivano i primi stabilimenti balneari, in cui sorge il Kursaal.

UNA STORIA DI FAMIGLIE, COGNOMI E RIMINESITA’

Questi 172 anni sono stati scanditi da quattro epoche legate ad altrettante famiglie cittadine. La famiglia Vecchi che ha scritto le prime pagine di storia, quella del mitico cuoco-pasticcere Ciro Brunori, che entrò in ditta giovanissimo, si nutrì fin da subito della scuola di cucina italiana, diventò l’erede naturale e consolidò la storia e la tradizione della pasticceria portandola a braccetto dalla fine dell‘800 al Dopoguerra. Qui ne raccolse il testimone la famiglia Dovesi-Bettiol e infine quella di Oriano Barbieri e Michela Paci, che ha condotto Vecchi per 40 anni curandone il trasferimento dalla sede originaria di Piazza Cavour a quella di Viale Tiberio 7 e accompagnando la transizione alla nuova società-“cooperativa” La Cremma che vede insieme diversi soci di storia e tradizione riminese.

UNA GEMMA COSTELLATA DI PEZZI UNICI

La “rivoluzione” firmata dall’architetto Barbara Vannucchi parte da una ricerca documentale della storia della pasticceria e mixa documenti originari e originali, vecchi elementi di arredo riproposti in una veste rivisitata e pezzi unici pensati, disegnati e realizzati per Vecchi. La filosofia di fondo è quella di un salotto da vivere tutto il giorno e la cifra è quella di un locale elegante, caldo, accogliente, di architettura e design sartoriale all’insegna del made in Italy di grandissima qualità.

Le migliori mani artigianali del Belpaese hanno realizzato pareti dai vetri fumé, poltrone di design in tessuto di pregio della tradizione veneziana, ottoni disegnati, anticati e prodotti da un’azienda romagnola, un parquet intrecciato piemontese con disegno francese Versailles che ricorda la tradizione dei vecchi Caffè dell’800, banconi realizzati a mano dai grandi maestri dell’ebanisteria locale, pareti con vernici inglesi e carte da parati in pietra leccese con disegni naturali. La stessa vetrina è figlia di un progetto su misura con un unico vetro curvato e la macchina del caffè e i macinini sono una produzione speciale di un’azienda italiana affermata in tutto il mondo. I materiali e le finiture sono stati scelti e selezionati da Barbara Vannucchi e creati in esclusiva per Vecchi.

Il progetto di identità visiva è stato curato da Leonardo Sonnoli.

“IN MOSTRA” LA STORIA

A impreziosire l’elegantissimo arredo, l’esposizione di una serie di testimonianze uniche e inedite. Su tutte, in una teca che lo costudisce come un tesoro, un quaderno avvolto da sempre nel mistero: da Vecchi sono nati infatti l’inimitabile e segreta ricetta della Piada dei Morti e di una serie di prelibatezze che la leggenda narra Ciro Brunori scrivesse sulla farina, in realtà sono tutte custodite in un ricettario vergato a mano a cavallo fra ‘800 e ‘900. Un vero scrigno che Oriano e Michela hanno affidato ai protagonisti del nuovo corso e svela il segreto degli amaretti creati nel 1917, del plumcake, delle mandorle pralinate, dei pasticci salati della domenica, delle glasse, di dolci della tradizione italiana e incursioni come i Krapfen Brioche, della pasticceria francese, dei brutti e buoni, degli spumini, degli staccadenti, dei polentini, delle bignoline, dei satulli e di vere chicche come i vaniglioni per cui andava matto Federico Fellini e dell’Africana, una piccola Sacher che sarà riproposta insieme a diverse ricette del grande cuoco pasticcere.

In spazi ad hoc sarà inoltre possibile ammirare oggetti e straordinari cimeli di oltre 100 anni fa, come un antico packaging di inizio ‘900), cartoline anni ’20 (con il numero di telefono di allora “95”) che parlano della “gelateria rinomatissima, con sevizi a domicilio per sposalizi, battesimi ed eventi ”, alla carta del torrone originale e i vecchi cilindri per panettoni e piada dei morti.

IN CUCINA IL MEGLIO DALL’ITALIA E DAL MONDO

A dirigere la brigata nel segno della continuità sarà Paolo Barbieri, fratello di Michela, da 40 anni cuoco-pasticcere di Vecchi che guiderà un gruppo di cuochi, tra cui anche giovani provenienti dalle migliori scuole e accademie. A loro il compito di confezionare le vecchie proposte amate da Federico Fellini, Titta Benzi, Sergio Zavoli e da generazioni e generazioni di riminesi con i prodotti di maggior qualità del panorama italiano e internazionale secondo il principio del “Km Vero”: fra i tanti, il latte fresco di alta montagna dell’Alto Adige, burri francesi, noci di pregiatissima fattura che non presentano imperfezioni, uova del territorio di galline allevate a terra, lieviti naturali, la farina del Mulino Ronci, i pani di Lorenzo Cagnoli di Pasta Madre di Onferno a lievitazione naturale con farina di grani antichi, i pomodorini del piennolo del Vesuvio e i succhi di frutta fresca di stagione romagnola lavorata a poche ore dalla raccolta (è una produzione Vecchi in collaborazione con la Latteria del Borgo, che è referente dei presidi Slow Food).

Una scelta mirata e marcata che abbraccia anche i Tè (saranno i Mariage Frères, prodotto esclusivissimo della Francia coloniale nato nel 1854, quattro anni dopo Vecchi) e i caffè, che saranno di quattro tipi con selezioni speciali Vecchi quali i Cup of Excellence (quelli che ottengono punteggi superiori ai 91/100esimi nell’ambito della produzione mondiale ) e i CQI “certificati” dal Coffee, Quality Institute, l’organo internazionale degli assaggiatori mondiali.  In Italia ce ne sono solo 10, in tutto il mondo 1500. Ma non mancheranno i caffè filtrati.

Ricercatissima e selezionata anche la carta dei vini e dei liquori, con una nutrita pattuglia di vignaioli indipendenti, del territorio, italiani,  ma anche francesi e internazionali, gin di altissima qualità, Whisky con selezioni speciali di Sir Nadi Fiori dalla Scozia e dal Giappone, o sciroppi da pomeriggio (Sirop Brut). L’italianità della tradizione e il carattere popolare del caffè avranno come cardine del bar amari e liquori come gli storici Cynar, Zucca, Meletti, Barolo chinato, Marsala Stravecchio, il Sassolino e il Doppio Kummel.

LA STORIA NUOVA: FORMAT E FILOSOFIA

Il “nuovo” Vecchi sarà un locale dall’identità italiana del caffè storico e dal rimando ai grandi caffè internazionali; un semplice bar da tutti i giorni da un lato (con le classiche paste storiche di Vecchi) e un salotto da vivere dalla mattina alla sera grazie al lavoro di oltre 20 persone, dall’altro. Si partirà alle 6.30 dalla colazione dolce e salata, si proseguirà con il pranzo con varie proposte tra cui la pasta al forno (come i tradizionali nidi di rondine), i pasticci, insalate e zuppe.  A seguire, il caldo del tè e il caffè del pomeriggio, le torte, tutte artigianali fatte a mano e, quindi “imperfette” e irregolari nella loro unicità.

Dalle 18.30 cocktail per l’aperitivo e per la cucina della sera. Insomma, un luogo da vivere dall’alba sino alla notte. Non mancheranno infine prodotti pregiati come l’Offella d’Oro veronese di Perbellini detta Bovolone in edizione speciale natalizia e i citati whisky di Nadi Fiori.

Il taglio del nastro aperto del nuovo “Vecchi”

si terrà sabato 3 dicembre alle 18.00