La Regione Emilia-Romagna ha approvato (delibera 1267/2017) il bando del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 rivolto alle imprese agricole del territorio finalizzato a mettere in campo interventi di prevenzione contro da “cimice asiatica”, un insetto che negli ultimi anni si è espanso rapidamente causando gravi danni alle produzioni di frutta.
I contributi saranno concessi per l’acquisto e messa in opera di reti anti-insetto (compresi i dispositivi di apertura/chiusura meccanizzata/automatizzata per l’accesso) esclusivamente per completare impianti di copertura per proteggere i frutteti già esistenti al momento della presentazione della domanda.
Gli interventi potranno essere effettuati in tutto il territorio regionale, l’aliquota di sostegno è pari al 50% della spesa ammissibile, che va da un minimo di 5.000 ad un massimo di 250.000 euro.
Il bando finanzia anche le spese tecniche generali – come onorari di professionisti o consulenti – in misura non superiore al 3% dell’importo finanziato per acquisto o messa in opera delle reti.
Le domande potranno essere presentate dal 25 settembre al 7 dicembre 2017, la graduatoria sarà approvata entro il 26 marzo 2018 mentre gli interventi dovranno essere realizzati entro 12 mesi dalla concessione del contributo.
Possono essere presentate ai Centri autorizzati di assistenza agricola (link); con compilazione online su piattaforma Siag di Agrea e presentazione presso gli uffici regionali al Servizio Aiuti alle imprese.
La Cimice asiatica (Halyomorpha halys)
L’ Halyomorpha halys, nome scientifico della “cimice asiatica” è un insetto che dal 2012 ha fatto la sua comparsa in Emilia-Romagna, oltre che in altre regioni della come Lombardia, Piemonte e Veneto.
Si tratta di una specie “aliena” di insetto in grado di provocare gravissimi danni alle colture frutticole – in primis le pere, ma anche mele, kiwi e pesche – e che dopo le prime apparizioni qualche anno fa nel modenese si sta diffondendo rapidamente nel resto del territorio regionale, a partire dalle province limitrofe di Bologna, Ferrara, Reggio Emilia, e che dal 2016 ha fatto la sua comparsa anche nel ravennate e in provincia di Forlì-Cesena. Le punture dell’insetto provocano deformazioni e altri danni ai frutti, rendendoli del tutto inidonei alla commercializzazione.
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